Finora i politici del Comune di Capri sono rimasti indenni al coinvolgimento in inchieste che hanno riguardato brogli, intrallazzi, falsi e quant’altro, abbattendosi come un ciclone sugli uffici e funzionari del Municipio di Piazza Umberto I. L’unico che era coinvolto in falsi era il primo cittadino, ma per fatti antecedenti a poche settimane prima di essere sindaco di Capri. Mercoledì mattina l’amara sorpresa.
La Guardia di Finanza della Tenenza di Capri, diretta dal Luogotenente Pietro Varlese, da una segnalazione generica ha messo in campo un lavoro complesso e di grande cernita, identificando specifiche e delimitate ipotesi di reato che il Pubblico Ministero Francesco Raffaele, della II sezione reati contro la pubblica amministrazione della Procura della Repubblica di Napoli, diretta dal Procuratore Giovanni Melillo, ha sposato in pieno. Un grande lavoro quello delle fiamme gialle, ascoltando diverse persone in fase di indagini, tra cui l’avvocato Tonino Lembo, legale di fiducia del Comune di Capri, che davanti alla chiusura di un accordo che andava, come dimostrato dalle indagini, contro gli interessi dell’ente pubblico che aveva già speso denaro dalle casse comunali ed aveva già vinto una causa in primo grado, non volle accettarlo limitandosi ad una presa visione di una transazione. Mercoledì mattina il Pubblico Ministero Francesco Raffaele, ha fatto notificare ai Vigili Urbani del Comando una serie di avvisi di conclusione delle indagini che hanno interessato la cosiddetta stanza dei bottoni della politica, sindaco e giunta comunale, all’epoca dei fatti, in forza del procedimento penale n. 13741, e che hanno raggiunto il primo cittadino Gianni De Martino, il vicesindaco Roberto Bozzaotre, che tra l’altro ha la delega al contenzioso, l’assessore Caterina Mansi, e gli ex assessori della Primavera Anna De Simone e Vincenzo Ruggiero.

il sindaco Gianni De Martino

Il sindaco, visto il clima a Capri delle attività giudiziarie in corso, si è visto notificare un provvedimento così grave e per reati così gravi, è sbiancato in viso, anche perchè venne avvisato verbalmente che quella transazione non era nell’interesse del Comune ed era spinta fortemente dal suo pupillo Massimo Stroscio, oggi agli arresti domiciliari e indagato, per falsi in altri procedimenti. Oltre al sindaco ed alla sua giunta dell’epoca, il Pubblico Ministero Francesco Raffaele, ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini anche all’architetto Massimo Stroscio. I reati a cui dovranno rispondere sindaco e giunta municipale, Gianni De Martino, il vicesindaco Roberto Bozzaotre, l’assessore Caterina Mansi, e gli ex assessori Anna De Simone e Vincenzo Ruggiero riguardano la falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e il concorso, perchè avrebbero compiuto un falso in una delibera di giunta, attuando una delibera di consiglio comunale, in carenza di tutte le condizioni, ovvero, senza che fossero state rispettate tutte le richieste condizioni per l’attuazione della stessa, in una pratica di un privato cittadino. Mentre l’architetto Massimo Stroscio, all’epoca dei fatti deus ex machina dell’ufficio tecnico e quindi dell’edilizia a Capri, nominato dal primo cittadino in quel ruolo, avrebbe compiuto oltre ad una falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici anche, ed in concorso, un abuso in atto pubblico. Anna De Simone e Vincenzo Ruggiero lasciarono poi la giunta municipale facendovi parte quali assessori con importanti deleghe essendo stati eletti nella fila della Primavera facendo parte del gruppo di riferimento politico del poi dimostratosi malsano accordo per vincere le elezioni con sindaco Gianni De Martino, con l’ex sindaco Ciro Lembo, per poi passare in opposizione e chiudendo la propria storia politica. Entrambi, prima l’una e poi l’altra, vennero sostituiti con la nomina ad assessore di Manuela Massa e Antonino Esposito.
L’avviso di conclusione delle indagini notificato agli indagati mira a fare chiarezza sul sospetto che in una seduta di giunta siano stati annullati alcuni atti allo scopo di agevolare i proprietari di una villa dove sarebbero state realizzate opere ritenute abusive e non condonabili, in quanto in zona sottoposta a vincoli paesaggistici. I reati di falso ideologico contestati risalgono al febbraio del 2016. Dalle indagini sono esclusi i proprietari della villa (motivo per il quale sono stati oscurati i nomi ndr),
e che non risultano indagati. L’inchiesta verte tutta sulle decisioni di amministratori e tecnici comunali.


Al sindaco Gianni De Martino, il vicesindaco Roberto Bozzaotre, l’assessore Caterina Mansi, e gli ex assessori Anna De Simone e Vincenzo Ruggiero il Pubblico Ministero Francesco Raffaele contesta di aver attestato, nella delibera del 15 febbraio 2016, quindi dell’era della Primavera, che sarebbe stato possibile rivalutare le decisioni sull’immobile oggetto dei presunti abusi edilizi rientrando in un condono edilizio (i cui procedimenti sarebbero stati in corso ma non ancora definiti). In base a questi presupposti, la giunta avrebbe quindi potuto autorizzare la sospensione dello sgombero della casa caprese oggetto di abusi attuando procedure previste nella delibera. Tutta questa ricostruzione, secondo prima i Finanzieri e poi il Pubblico Ministero, sarebbe un falso ideologico. Nel corso delle indagini sarebbe emerso palesemente che non vi furono istanze, da parte dei proprietari degli abusi nella villa, per sollecitare e velocizzare la discussione del ricorso davanti alla giustizia amministrativa, e che nessuna delibera sarebbe stata adottata relativamente all’interesse pubblico per la trasformazione dell’immobile acquisito al patrimonio comunale in alloggio di edilizia residenziale. Gli abusi sull’immobile oggetto della delibera, secondo la ricostruzione del Pubblico Ministero Francesco Raffaele, sarebbero assolutamente insanabili in considerazione di quanto previsto dal piano paesistico che non da possibilità alcuna. All’ex deus ex machina dell’edilizia caprese, architetto Massimo Stroscio, nella foto a sx, agli arresti domiciliari per altri fatti, è contestato di aver attestato il falso nell’ ordinanza del 30 maggio 2017 relativa all’annullamento in autotutela delle due ordinanze, una del 2013 di demolizione (emessa dall’ingegnere Salvatore Rossi su sopralluogo dell’architetto Mario Cacciapuoti) e una del 2015 (emessa dal geometra Vincenzo Matassa), di acquisizione delle opere abusive in zona sottoposta a vincolo paesistico. L’ex dirigente comunale, architetto Massimo Stroscio, defenestrato dalla magistratura che oltre ad averlo arrestato lo ha indagato per una serie di falsi e altri reati, viene contestato, in base a documentazioni prodotti dai proprietari della villa in cui insistevano abusi, di aver legittimato alcuni degli abusi indicati nelle ordinanze di demolizione e omesso attività istruttoria necessaria a valutare la documentazione tecnica prodotta dai proprietari della villa stessa.

Gli indagati, sindaco, assessori ed ex assessori, (Anna De Simone e Vincenzo Ruggiero ritratti nella foto con l’ex sindaco Ciro Lembo per metà legislatura uomo chiave della Primavera), ex responsabile dell’ufficio tecnico di edilizia privata, hanno ora venti giorni per depositare memorie e chiedere interrogatori al Pubblico Ministero, che dovrà poi stabilire se archiviare o chiedere il rinvio a giudizio. In questo secondo caso, il Comune di Capri, sarebbe parte lesa e quindi dovendosi costituire parte civile, cosa questa a cui non ci si potrebbe sottrarre perchè si rischierebbe la nomina di un commissario ad acta per quest’atto da parte del Prefetto, potrebbe scattare l’incompatibilità per il primo cittadino ed anche se sarebbe un caso limite rischierebbe di trovarsi defenestrato e non potrebbe indossare la fascia tricolore di primo cittadino con sospensione dalle funzioni di sindaco da parte del Prefetto. Una mossa che sta valutando la Primavera, visto che è coinvolto nell’avviso a comparire anche il vicesindaco Roberto Bozzaotre e l’assessore Caterina Mansi, è di sostituire questi due componenti della giunta con il delegato alla sanità Paolo Falco per dare continuità all’amministrazione dando il ruolo di vicesindaco all’assessore Antonino Esposito, facendo sì che la Primavera con una giunta a tre, vicensindaco e due assessori, arrivi fino a maggio prossimo, data delle elezioni comunali e si occupi la giunta del triumvirato della costituzione di parte civile. Una mossa questa che è una riserva che verrà sciolta tra circa un mese quando si capirà cosa intende fare il Pubblico Ministero, ovvero se accontentarsi delle spiegazioni, che assistiti dagli avvocati, i politici daranno al magistrato con l’ipotesi di un’archiviazione o se ricorrere ai ripari per mantené ‘o carro p’ ‘a scesa e fare questa mossa politica per prendere tempo. La sorte dell’architetto Massimo Stroscio , nella foto a dx al momento dell’arresto) ormai non interessa più neanche al primo cittadino che sembrerebbe averlo scaricato e non difenderlo più a spada tratta come invece avveniva fino a quale mese fa.