Il cadavere ritrovato nella acque di Anzio (Roma), in avanzato stato di decomposizione è dell’israeliano Doron Nahshony, grazie al dna negli scorsi giorni è stata diffusa ufficialmente questa notizia.

IL NOSTRO ARTICOLO

Un po’ troppa attenzione per un comune cittadino, quella osservata da Israele per Doron Nahshony , che lo scorso 10 ottobre è sparito nel nulla nelle acque di Capri, nella Baia di Marina Piccola. Veniamo ai fatti. Sabato 6 ottobre dal porto dell’isola di Procida partono quattro barche a vela per una crociera che toccava le isole d’Ischia e Capri. A vivere questa crociera che poi è diventata un giallo un gruppo di israeliani, dodici dei quali affetti da lievi disabilità e altrettanti accompagnatori, tra questi ultimi il velista israeliano Doron Nahshony, che è un ingegnere di una importantissima compagnia israeliana. La sera del 10 ottobre le quattro barche del gruppo di israeliani sono ormeggiate, l’una a distanza dell’altra a Marina Piccola, davanti ai faraglioni in corrispondenza della Grotta dei Marinai, una grotta che anticamente era un rifugio per i marinai perchè al suo interno c’è una piccola spiaggia dove si può accedere solo con piccole imbarcazioni.

Alle 19,45 con un mare completamente calmo, un cielo stellato, una temperatura estiva, da una delle imbarcazioni, la seconda in fila, dove ognuna delle quattro sono ormeggiate a circa centocinquanta metri dall’altra, un piccolo tender, un gommone di 2,70 metri, con un motore da 4 cavalli, quindi lentissimo, con un’autonomia di un’oretta in mare avendo anche un piccolo serbatoio di benzina, prende il mare con a bordo Doron Nahshony.

Gli occupanti della seconda imbarcazione vedono il gommone allontanarsi, con a bordo l’esperto skipper, non si insospettiscono perchè pensano che questi sia diretto ad una delle altre tre imbarcazioni. Quando sulla seconda imbarcazione è pronta la cena, parte la chiamata via radio per chiedere all’ingegnere Doron Nahshony, di far rientro, ma le tre imbarcazioni rispondono che su di loro non c’è e non si è visto arrivare come invece pensavano gli altri occupanti dell’imbarcazione su cui questi era prima. Subito gli occupanti delle quattro imbarcazioni prendono il mare per cercare l’ingegnere e skipper invano, perlustrano lo specchio d’acqua ed ogni tanto spengono i motori gridandone il nome, ma al loro appello non c’è risposta. Da qui viene lanciato l’allarme via radio a Circomare Capri, da dove parte la motovedetta che inizia le ricerche che vanno avanti per tutta la notte.

All’alba si aggiungono a Circomare altri mezzi dei Carabinieri, Guardia di Finanza, in modo di agevolare e perlustrare le grotte intorno l’isola, ed un elicottero dei Vigili del Fuoco. Lo skipper e il gommone sono spariti nel nulla, nessuna traccia. Essendo molto calmo il mare la sera del 10 ottobre molti gozzi di capresi sono a pesca, ma nessuno ha visto ne l’ingegnere ne il gommone, da qui il giallo. La sparizione di Doron Nahshony, 62 anni, ingegnere dell’impresa israeliana Galil Engineering Group, una grossa società multidisciplinare di Ramat, è un giallo di cui si occupa anche la trasmissione televisiva Chi l’ha Visto di Rai3. L’assicurazione che copriva i danni durante la crociera attiva una compagnia per le ricerche e salvataggi estremi, il governo istraeliano manda una sua rappresentanza diplomatica per partecipare alle ricerche oltre a sub specializzati a tal punto che si sparge la voce trattasi di uomini dei servizi segreti israeliani, il Mossad, considerato tra tutti il miglior servizio d’intelligence e di cui si dice che possa arrivare ovunque vogliono, per colpire qualunque nemico. In effetti l’interessamento israeliano è notevole e quindi nel giallo ci sta anche che Doron Nahshony, in qualche modo potrebbe farne parte o essere a conoscenza per il suo lavoro di cose che il Mossad avrebbe interesse a proteggere. La comunità israeliana ha anche diffuso nella rete un volantino per farsi aiutare a cercare Doron Nahshony. E così il giallo si arricchisce di una serie di elementi che alla stampa internazionale non passano inosservati così come al quotidiano Il Mattino, con il suo piccolo quartier generale sul posto in via Madonna delle Grazie, da dove partano oltre che per il maggior quotidiano del sud tutte le notizie ad ampio respiro firmate dalla giornalista Anna Maria Boniello, per la Rai e l’agenzia stampa Ansa. Sono state perlustrate anche quelle piccole calette, insenature e le grotte dell’isola dove mezzi più grandi non possono accedere, ma ogni ricerca è stata vana. Le ipotesi della scomparsa dell’ingegnere ed esperto skipper Doron Nahshony a cui stanno lavorando gli investigatori sono diverse, ovvero, la più accreditata, è quella di una collisione con uno yacht di grandi dimensioni o un motoscafo lanciato a tutta velocità. Ipotesi plausibile, visto il traffico nelle acque dell’isola di Capri, intenso anche in ottobre per il clima mite (quella sera c’era caldo e il mare era piatto, la visibilità però non era perfetta). Quest’ipotesi potrebbe spiegare la sparizione dello skipper e del tender, travolti e affondati. Più debole l’ipotesi del rapimento, anche, perchè come prevedere che quella sera all’imbrunire Doron Nahshony si allontana con il gommone. Da escludere, la possibilità di un malore di Doron Nahshony perché visto il traffico nelle acque e le ricerche capillari il tender sarebbe dovuto venire fuori. Lievemente accreditata l’ipotesi che Doron Nahshony abbia voluto far perdere le sue tracce, visto che non aveva con sé lo smartphone e che secondo alcuni colleghi dell’impresa israeliana pare avesse qualche problema di salute, anche, perchè, uscire da soli in tender la sera senza reali motivazioni è strano, ma far perdere tracce di se stessi con un piccolo gommone con un motore di quattro cavalli non permette di allontanarsi molto, anzi. Sono stati verificati anche gli approdi sia a Marina Piccola che a Marina Grande, al Faro ed alla Grotta Azzurra, grazie alle tante telecamere disposte dai Comuni, Capitaneria, Porto Turistico ed attività private che pur trasgredendo le leggi sulla privacy in un momento del genere sono la cosa più preziosa. Infatti, vi è la certezza che quel 10 ottobre di sera Doron Nahshony non è sbarcato in alcun punto dell’isola. L’ingegnere Doron Nahshony ha tre figli che l’aspettano ad Israele, la sorella che ha diffuso un appello con il quale chiede alle persone di Capri di collaborare alle indagini e cercarlo, sottolineando che due giorni prima questi aveva telefonato alla madre in terra natia dicendo che Capri è stupenda e che la crociera era perfetta. Intanto i suoi compagni di viaggio sono rientrati ad Israele senza l’ingegnere. E’ notizia delle ultime ore del ritrovamento di un cadavere, un corpo riemerso ad Anzio, e potrebbe essere il suo. A lanciare la notizia due autorevoli giornali israeliani il Times of Israel alle 16.12 ed il The Jerusalem Post alle 16.51, che davano notizia scrivendo che mercoledì scorso il Ministero degli Esteri Israeliano annunciava che il corpo di un uomo era stato ritrovato in acque italiane in una zona lontana da quelle in cui era scomparso all’inizio di questo mese un loro connazionale. Il Ministero, secondo il Times of Israel, comunicava anche che per scoprire l’identità dell’uomo annegato e ritrovato verrà effettuato il test del dna per verificare la sua identità e scoprire se si tratta effettivamente del 62enne scomparso nelle acque di Capri il 10 ottobre. Scomparso senza che avesse con se, avendo lasciato tutto sulla barca, documenti di riconoscimento e telefonino. E certamente è strano non abbia portato con se il cellulare nel momento in cui si è allontanato dall’imbarcazione per salire su un piccolo tender. Un dispiegamento così imponente nelle ricerche non si è mai visto a Capri, neanche quando sono scomparse alcune persone di Capri ed Anacapri mai più ritrovate. Per stabilire se il corpo ritrovato ad Anzio, in avanzato stato di decomposizione, è di Doron Nahshony bosgonerà attendere l’esame del dna per compararlo con quello proveniente da Israele. Del tender non è stato ritrovato nulla, neanche un frammento lungo quei 240 km di distanza tra Capri ed Anzio e 150 miglia di navigazione. Alla giornalista de Il Mattino, Anna Maria Boniello, non è sfuggito un particolare non di poco conto, ovvero che: Le barche che ormeggiavano a Marina Piccola, con a bordo un equipaggio di dodici persone di cui sei affette da piccole disabilità e sei accompagnatori, con condizioni meteomarine ottime si trovavano nel versante sud dell’isola, ovvero sulla rotta che conduce a Positano ed Amalfi e cioè nel golfo di Salerno. Il corpo dell’uomo che potrebbe essere lo skipper israeliano è stato ritrovato ad Anzio, sul versante nord, opposto a quello da cui era partito, cioè nel golfo di Napoli sulla rotta di Ischia, Ventotene, Ponza ed Anzio. In un tratto di mare di fronte a quello di partenza e in acque avventurose dove è difficile navigare con un piccolo tender. Secondo alcune ricostruzioni l’ingegnere velista potrebbe essere arrivato a Marina Grande verso la punta di Tiberio che si trova in zona nord, e poi forse preso da un malore la sua piccola imbarcazione ha continuato il percorso spinta dalle correnti che in quel tratto di mare sono abbastanza potenti, tanto da trascinare il suo corpo in alto mare sino di Anzio. Ma fino a quando non si risalirà alla sua identità attraverso l’esame del dna, tutto ciò resta solamente un’ipotesi, anche se le fonti israeliane danno quasi per certo che il cadavere ripescato ad Anzio sia proprio quello di Doron Nahshoni. Ma se il dna di quel cadavere non avesse avere nessuna relazione con quello di Doron Nahshony il giallo resterà tra quelli che Capri custodisce tra i suoi segreti.