L’11 ottobre scorso il Tribunale di Napoli, attraverso il Gup Luca Battinieri, ha respinto la richiesta di patteggiamento presentata dall’imputato per omicidio preterintenzionale Stefano Mariotti responsabile della morte dell’anacaprese Giovanni Masturzo, il quarantacinquenne di Anacapri, morto nel letto dell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli, a seguito di un pugno sferrato con incredibile forza e cattiveria. Giovedì 22 novembre il legale di Stefano Mariotti, Veronica Paturzo del Foro di Roma ha richiesto nuovamente il patteggiamento strappando un possibilistico si del Pubblico Ministero, Maria Carolina De Pasquale, per una pena a 4 anni di reclusione. Il Gup Luca Battinieri si è riservato pronunciarsi su questa richiesta dell’imputato avallata dal Pubblico Ministero, e dopo qualche ora ha sciolto la riserva spostando il tutto a un’ennesima udienza il 5 dicembre prossimo, dove verranno visionati nuovamente i filmati delle telecamere di videosorveglianza, che hanno ripreso l’omicida all’atto del pugno con la scena contestualizzata. L’avvocato Roberto Tropenscovino, che rappresenta la parte civile e quindi i familiari della vittima di Giovanni Masturzo, si è battuto affinchè la richiesta di patteggiamento non venisse accolta e per il momento è riuscito a non farla accettare spostando la desione ai primi di dicembre. E’ vergognoso per quel sentimento che è la giustizia che un’accusa di omicidio preterintenzionale venga ridotta ad una pena di 4 anni, anche, perchè davanti a questa sanzione per la vita di un essere umano, Stefano Mariotti, non sconterebbe neanche un giorno di carcere, potrebbe infatti usufruire della possibile sospensione dell’ordine di carcerazione, alternativamente sconto della pena con l’affidamento ai servizi sociali, semilibertà, arresti domiciliari, insomma davanti ad un vita persa una pena irrilevante, quindi un caso di giustizia non giusta. In effetti la richiesta di patteggiamento del legale di Stefano Mariotti di chiudere con un colpo di spugna la vicenda e con una pena a 4 anni, scaturisce dall’imputazione di omicidio preterintenzionale ove è previsto dagli articoli del codice penale 584: “Chiunque, con atti diretti a commettere uno dei delitti preveduti dagli articoli 581 e 582 (1), cagiona la morte di un uomo (2), è punito con la reclusione da dieci a diciotto anni. In caso di rito abbreviato, il patteggiamento, la pena per il reato di omicidio preterintenzionale, prevede la reclusione da dieci a diciotto anni per ottenere uno sconto di un terzo e non avendo precedenti penali a suo carico con le attenuanti generiche un ulteriore un terzo di sconto di pena ricudendosi la condanna a pochi anni per aver stroncato la vita a Giovanni Masturzo, proprio i 4 anni proposti dal suo legale ed accolti dal Pubblico Ministero. Dall’autopsia del corpo di Giovanni Masturzo, che inchioda l’imputato, è emerso con chiarezza che la morte di Giovanni Masturzo è stata determinata dalle conseguenze di quel pugno. L’avvocato Roberto Tropenscovino, parte civile, dovrà giocarsi tutte le carte il 5 dicembre, battersi, ma certamente è difficile che il Gup Luca Battinieri, respinga la richiesta di rito abbreviato, anche, perchè, è prassi che quando la richiesta dell’avvocato dell’omicida venga avallata dal Pubblico Ministero venga accordata.

Roberto Tropenscovino con Azouz Marzouk nelle fasi del delitto di Erba

giovanni masturzo