La Procura della Repubblica di Napoli avrebbe concluso le indagini in merito alla posizione del costruttore caprese Biagio Gargiulo, dell’ex responsabile dell’ufficio di edilizia privata del Comune di Capri Massimo Stroscio e Silverio Paone il proprietario dell’immobile oggetto del reato e si appresterebbe a rimettere la richiesta al Gip di rinvio a giudizio.
Il 7 agosto dello scorso anno i Carabinieri della Stazione di Capri insieme a quelli della Compagnia Carabinieri di Sorrento, su disposizione della Procura della Repubblica di Napoli, Pubblico Ministero Maria Carolina De Pasquale, accolte dal gip del Tribunale di Napoli Isabella Iaselli trassero in arresto, portandolo ai domiciari l’architetto Massimo Stroscio, il costruttore caprese Biagio Gargiulo e l’imprenditore Silverio Paone sottoposti al divieto di dimora a Capri. Recentemente il Gip ha acconsentito che invece dei domiciliari l’architetto Massimo Stroscio è sottoposto al divieto di dimora a Capri. La vicenda giudiziaria nasce da lavori abusivi eseguiti in un’appartamento dell’imprenditore Silverio Paone in zona Cercola, che scoprirono i Carabinieri della Stazione di Capri, apponendo i sigilli. L’abuso bloccato dai Carabinieri non era visibile dalla pubblica strada e quindi in molti ritennero che l’informatore dei militari fosse tra gli operai dell’impresa caprese, anche, perchè il movimento di materiale edile era giustificato fittizziamente da lavori pubblici sulla strada parallela all’appartamento. Dopo il sequestro degli abusi il proprietario dell’appartamento chiese il ripristino dello stato dei luoghi che eseguì il costruttore Biagio Gargiulo, in effetti riempire un locale di 38 metri quadrati che era stato ricavato in modo illegale per ampliare la villa. Una volta comunicato dal proprietario alla magistratura che il ripristino era stato eseguito, l’ex capo dell’ufficio tecnico Massimo Stroscio, ritratto nella foto al momento dell’arresto ad agosto, con un Maresciallo dei Carabinieri della Stazione di Capri si recarono sul posto per verificare. L’architetto Massimo Stroscio in quel volume di 38 metri quadrati fece eseguire agli operai un solo foro su una parete molto lunga e attestando che il ripristino era stato fatto. Dopo un po’ di giorni i Carabinieri della Stazione di Capri con il Comandante, tornarono alla villa di Silverio Paone per verificare una soffiata, ma invece che con l’ex capo dell’ufficio tecnico Massimo Stroscio ci andarono con l’ingegnere Salvatore Rossi, che richiese più saggi, quindi più fori in punti diversi, così venne scoperto che effittivamente il ripristino non era stato fatto, e che il volume non era stato riempito per poi probabilmente con il passar degli anni diventare un nuovo volume da annettere alla villa. Su 38metri quadrati Massimo Stroscio fece un saggio di soli 55 centimetri, l’ingegnere Salvatore Rossi rese quella finta parete un colabrodo. L’ingegnere Salvatore Rossi, in quella occasione fu nominato, “ausiliario di polizia giudiziaria”, vincolandolo all’obbligo del segreto istruttorio, quindi senza poter riferire neanche una parola a chicchessia, neanche al suo dirigente, che, però fece di tutto per poter avere notizie. In effetti in quella villa dove non ci sarebbero dovuti più essere i volumi abusivi in corrispondenza (così si legge nelle carte della magistratura) “del foro praticato a marzo, era stato realizzato un manufatto di soli 55 centimetri di larghezza e due metri di altezza, con sponde di legno e riempito in terra, un baldacchino in corrispondenza del foro praticato in occasione della prima verifica, che ha tratto in inganno gli inquirenti. Era una sorta di microripristino dello stato dei luoghi da utilizzare come specchietto per le allodole. C’è la concreta possibilità che tali condotte non costituiscano un caso isolato, vista la professionalità e l’acutezza delinquenziale dimostrata da soggetti pur incensurati”. Da qui la denuncia a carico del costruttore caprese Biagio Gargiulo, dell’ex responsabile dell’ufficio di edilizia privata del Comune di Capri Massimo Stroscio e Silverio Paone, proprietario dell’immobile oggetto del reato, per aver reso false dichiarazioni al magistrato attestando il ripristino. Il Pubblico Ministero Carolina De Pasquale chiese al Gip Isabella Iaselli l’arresto degli indagati che venne autorizzato il 7 agosto.
Biagio Gargiulo, nelle foto a destra durante le misure cautelari, a quanto fonti vicine allo stesso riferiscono, si è preso tutte le responsabilità, scagionando Stroscio e Paone, e sarebbe pronto a sopportare il processo davanti ad una condanna certa che potrebbe ridimensionare con il patteggiamento o in seconda analisi con il rito abbreviato, perchè avrebbe ingannato la magistratura. Ma tutto ciò senza fare i conti con l’oste, ovvero con il Pubblico Ministero Carolina De Pasquale che dovrà scegliere se accogliere la tesi di Biagio Gargiulo, scagionando Stroscio e Paone, o chiedere al Gip in base alle prove raccolte di mandare tutti a giudizio a sedere sul banco degli imputati. Anche, perchè se Stroscio verrà prosciolto nonostante abbia ordinato in sede di prima verifica del ripristino dell’abuso di bucare solo dove Biagio Gargiulo aveva creato una sorta di falso telaio sarebbe una coincidenza poco credibile, ed, ancor più Silverio Paone, proprietario dell’appartamento al quale sarebbe stato salvato il volume oggetto del ripristino non fatto di 38 metri quadrati, senza dirgli nulla e senza chiedergli alcunchè economicamente, Biagio Gargiulo sarebbe eletto a ruolo di Babbo Natale così come tra barba folta e bianca e camicia rossa viene apostrofato da diversi bambini e lo sarebbe anche per Paone.