Una doccia fredda per il sindaco di Anacapri Franco Cerrotta che a distanza di dieci anni ha scoperto dalla stampa, che il Cnr (Centro Nazionale Ricerche) che ha una grande proprietà ad Anacapri, ha deciso di venderla per fare cassa. Il Cnr acquistò la proprietà ad Anacapri negli anni ‘80 dalla Reale Accademia svedese delle scienze, per 450 milioni di lire dell’epoca, un prezzo di fare perchè vincolato a scopi scientifici, e con l’amministrazione di Franco Cerrotta, avendo appunto il Cnr questi scopi propri della sua attività, ha potuto godere di una serie di vantaggi edilizi non indifferenti. La preoccupazione del Comune di Anacapri e del suo sindaco in carica è che quella sede scientifica che dava lustro ad Anacapri potrebbe trasformarsi in una sorta di resort, snaturando i principi che avevano indotto gli scienziati stranieri a costruire l’ osservatorio unicamente per motivi scientifici o farlo diventare un luogo di incontro di studiosi di ogni nazione. Il sindaco di Anacapri, Franco Cerrotta, appena venuto a conoscenza della notizia della messa in vendita da parte del Cnr dell’ex osservatorio solare dalla Reale Accademia svedese delle scienze, è andato su tutte le furie e vorrebbe costringere il Cnr a fare dietrofront rinunciando alla vendita di un bene che nel corso degli anni ha beneficiato di varie agevolazioni per la sua ristrutturazione, che non sarebbero state concesse a un privato il cui obiettivo era soltanto avere un immobile di quella portata per le vacanze. La struttura del Cnr ad Anacapri si trova in località Ceselle, è stata costruita negli anni cinquanta ed è immersa nel verde di un habitat naturale di incomparabile bellezza, a metà strada tra il mare e il verde della collina, si estende su un’ area di 3460 metri quadri, con due corpi di fabbrica, il primo di 2665 metri quadri e l’ altro di 1196 metri quadri. Su uno di essi, il più grande, poggiava un enorme occhio che scrutava il sole. Nelle altre aree denominate Casa Nova si trovano padiglioni, piccoli ambienti, terrazzi, laboratori, un impianto per saune, spogliatoi, docce e una lunga balconata con un salone al piano terra dedicato alle riunioni. Nel 2008 dopo che il Cnd valutò che la legge gli consentiva di fare cassa vendendo il suo patrimonio cercò di metterlo all’asta per oltre 15milioni di euro, ma davanti ad una battaglia messa in essere dal sindaco Franco Cerrotta due sedute d’asta andarono deserte e prezioso fu l’intervento di Legambiente che amplificò il problema con determinazione a livello nazionale.