Nei giorni antecedenti il Natale il Pubblico Ministero Francesca De Renzis ha fatto notificare alla Tenenza della Guardia di Finanza di Capri, diretta dal Luogotenente Pietro Varlese, 17 comunicazioni giudiziarie di avviso di conclusione delle indagini, in merito ai fatti contestati per le opere che hanno interessato dal 2014 in poi il Lido Nettuno, posto su la Grotta Azzurra, e, che, da qualche anno è stato acquistato dal mobiliere casertano, titolare della Fiera del Mobile a Riardo, Raffaele Perrella. Diverse forze dell’ordine si sono occupate dei lavori del lido non trovando alcun riscontro di abusi e quant’altro. Lo scorso anno il Pubblico Ministero Francesca De Renzis ha conferito una specifica delega d’indagini alla Tenenza della Guardia di Finanza di Capri, diretta dal Luogotenente Pietro Varlese, ed a Circomare Capri, diretto dal Tenente di Vascello Daniele Praticò, affinchè verificassero, ognuno per le proprie competenze, se vi fossero irregolarità al Nettuno. Da qui ai primi di giugno scorso, il sequestro dell’immobile, notifiche di avvisi di garanzia e perquisizioni presso abitazioni e studi professionali. Un sequestro che ebbe un grande eco mediatico per l’importanza dello stabilimento balneare, posto al di sopra della Grotta Azzurra, e legato alla storia di Anacapri, ed anche perchè il progetto di restyling è firmato da Pininfarina, un nome di alto prestigio, una sorta di sdoganamento delle opere.
Il Pubblico Ministero Francesca De Renzis ai 17 indagati contesta la legittimità dei permessi di costruire e le autorizzazioni paesaggistiche rilasciate ritenute illegittime, in violazione della normativa urbanistica e paesaggistico-ambientale relativa alla zona e in contrasto con i vincoli previsti per l’area in cui sorge il Nettuno. I reati contestati sono l’abuso d’ufficio, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità, aggravati e in concorso tra loro. In materia edilizia, le indagini della Procura di Napoli hanno evidenziato la violazione al Testo unico e al Codice dei beni culturali e del paesaggio nonché al Codice della navigazione, poiché tutte le opere sarebbero state edificate in violazione della fascia di rispetto dei 30 metri dall’area demaniale marittima.
Il complesso edilizio del Nettuno, oggetto di indagine, per una superficie di circa 4mila metri quadrati, si estende su terrazzamenti sviluppandosi sulla costa che fiancheggia la Grotta Azzurra. L’avviso di conclusione delle indagini preliminari e informazione di garanzia è stata notificata a: Giorgio Cozzolino, già Soprintendente per i beni architettonici, paesaggistici, storici e artistici di Napoli e provincia; la funzionaria della Soprintendenza responsabile per Capri all’epoca dei fatti Rosalia D’Apice; il direttore dei lavori e progettista Nicola Pisacane; il progettista e tecnico di parte Francesco Vetrano; il funzionario della Regione, settore genio civile, Antonio Malafronte; il responsabile e il funzionario dell’ufficio tecnico comunale di Anacapri Filippo Di Martino e Ciro Gigante; i componenti delle Commissioni per il paesaggio e per l’ edilizia del Comune di Anacapri in carica all’epoca dei fatti Michele Sorrentino, Giuseppe D’Urso, Massimiliano Ferraiuolo, Guido Gargiulo, Salvatore Maresca, Colomba Gargiulo, Paolo Staiano, Antonio Mazzarella e Monica Aurigino; il legale rappresentante della società Nettuno srl proprietaria dell’immobile Raffaele Perrella.
Il sindaco di Anacapri, Franco Cerrotta, in merito a questa vicenda, non essendo stato tirato in ballo (quindi non capendone tutti la ragione) ha tenuto a precisare che il caso non riguarda l’amministrazione ma gli uffici e si augura che la magistratura faccia presto chiarezza sull’intera vicenda che vede coinvolti due tecnici comunali.
Da tener conto che da quando Raffaele Perrella, a cui piaceva venire a Capri in elicottero o con la sua Ferrari ( (solo per far capire chi fosse), ha acquistato il Nettuno (che prima del suo avvento era lo stabilimento balneare delle famiglie anacapresi e dei villeggianti e vi erano due piscine ed una era solo per i bambini) ha cercato sempre di equiparare la sua struttura a quella “in”, aumentando prezzi e quant’altro e dandola in gestione fino agli ultimi anni per un’annualità. Questa cosa agli anacapresi non è mai piaciuta poichè certamente non è sostenibile per una comune famiglia anacaprese, provocando di conseguenza un allontanamento. In effetti, Raffaele Perrella, piuttosto che proseguire l’attività tradizionale di stabilimento balneare aveva inizialmente immaginato che quella struttura potesse essere la sua villa al mare. Dopo aver capito che sarebbe stata impossibile una trasformazione del genere, volle alzare il livello dello stabilimento facendolo divenire un approdo per calciatori e personaggi del jet set per averne lustro dove venivano ospitati, per poi, trasformare quell’attività di stabilimento balneare in un resort super esclusivo, ma a rompergli le uova nel paniere sono arrivati la Magistratura, Guardia di Finanza e Capitaneria. Gli indagati dalla notifica possono acquisire tutta la documentazione da cui emerge la contestazione dei reati e possono richiedere di essere sentiti, nominare periti e quant’altro a loro discolpa. Se il Pubblico Ministero sarà convinto dell’innocenza degli attuali indagati, Giorgio Cozzolino, già Soprintendente per i beni architettonici, paesaggistici, storici e artistici di Napoli e provincia; la funzionaria della Soprintendenza responsabile per Capri all’epoca dei fatti Rosalia D’Apice; il direttore dei lavori e progettista Nicola Pisacane; il progettista e tecnico di parte Francesco Vetrano; il funzionario della Regione, settore genio civile, Antonio Malafronte; il responsabile e il funzionario dell’ufficio tecnico comunale di Anacapri Filippo Di Martino e Ciro Gigante; i componenti delle Commissioni per il paesaggio e per l’ edilizia del Comune di Anacapri in carica all’epoca dei fatti Michele Sorrentino, Giuseppe D’Urso, Massimiliano Ferraiuolo, Guido Gargiulo, Salvatore Maresca, Colomba Gargiulo, Paolo Staiano, Antonio Mazzarella e Monica Aurigino. Il legale rappresentante della società Nettuno srl proprietaria dell’immobile Raffaele Perrella, chiederà al Giudice per le Indagini Preliminari l’archiviazione, diversamente di portarli sul banco degli imputati. A quanto si legge sul quotidiano Il Mattino gli avvocati Gustavo Pansini e Bernardino Lombardi, difensori dell’ amministratore del Nettuno Raffaele Perrella: “La società ha rilevato la struttura del lido Nettuno con l’ intenzione di migliorare il servizio offerto e fornire all’ isola uno stabilimento balneare basato sulla qualità e fruibilità nel pieno rispetto dell’ ambiente e della tipicità del luogo. L’amministratore si è rivolto per la fattibilità dell’opera a professionisti di chiara fama e si ritiene che abbiano operato nel pieno rispetto delle norme. La problematica inerente i soli due ambienti realizzati come spogliatoi attrezzati utilizzando cubature parzialmente recuperate con la eliminazione di altre di ben maggiore entità non può gettare alcuna ombra sul recupero della struttura balneare”.