Non un fulmine a ciel sereno bensì un percorso giudiziario, un troncone delle tante inchieste che si avviano a portare sul banco degli imputati dipendenti comunali, tecnici privati e quanto prima anche politici, che, hanno comunque permesso che Capri in pochi anni, diventasse un comune attenzionato dalla magistratura. Dodici sarebbero i tronconi che man mano starebbero portando i nodi al pettine e che da tempo hanno tolto sonni tranquilli a coloro che credevano che grazie ad accondiscendenze e compiacenze potevano fare quel che volevano.
E’ notizia dei giorni scorsi del rinvio a giudizio di tecnici e componenti della commissione edilizia al Comune di Capri per un falso condono, i tecnici della commissione edilizia, gli architetti Claudio Stabile e Maria Lucia De Angelis, il geometra Antonio Di Martino, gli ingegneri Costantino Cerrotta e Livio Talamona. Il reato contestatogli è l’abuso d’ufficio in concorso, secondo la magistratura avrebbero omesso il controllo dei grafici presentati che ha portato ad esprimere parere favorevole al condono edilizio senza aver rivelato le difformità tra i documenti originali esibiti nel 1986 con quelli presentati, nella pratica di condono ad integrazione nell’aprile del 2017. Palese, secondo i magistrati, l’aumento di volumetria condonata sull’immobile, sito in località Dentecala, area di grosso rilievo paesaggistico.
nelle foto in alto a sinistra l’ingegnere Giuseppe Aprea con l’architetto Massimo Stroscio, a destra il geometra Sergio Federico
I tecnici, uno alla volta, vennero convocati alla Stazione Carabinieri di Capri, dove gli venne sottoposta la pratica di condono edilizio che la commissione aveva approvato, alcune domande poste come persone a conoscenza dei fatti, quindi una fase di indagine senza che potessero avvalersi dell’assistenza di un legale. I Carabinieri convocarono anche un altro componente della commissione edilizia, l’ingegnere Giuseppe Aprea, che nel 1986 aveva presentato la richiesta di condono di alcuni abusi edilizi che insistevano nella proprietà. All’ingegnere Giuseppe Aprea, che in questa pratica non è indagato, in caserma, in merito alla stessa, la riconobbe come sua e che con un altro tecnico, sempre componente della commissione edilizia, Sergio Federico, miracolosamente venne aumentata nei volumi del condono approvato nel 2017. L’ integrazione, presentata dal geometra Sergio Federico, nei grafici da lui elaborati, messa a confronto con quelli originali del 1986, evidenziava un aumento di superficie pari a circa 57,48 metri quadri e quindi la concessione in sanatoria per il condono rilasciata dalla commissione edilizia, secondo gli inquirenti, costituiva una palese violazione alle leggi urbanistiche vigenti, procurando al proprietario dell’immobile un ingiusto vantaggio patrimoniale di rilevante entità, che con la realizzazione delle nuove volumetrie avrebbe determinato un aumento del valore dell’immobile pari, secondo la Procura della Repubblica di Napoli, a circa 460mila euro attuali.
nella foto a destra l’architetto Claudio Stabile
L’ingegnere Giuseppe Aprea, essendo il tecnico che nel 1986 aveva presentato la richiesta di condono ovviamente non era presente in commissione edilizia perchè incompatibile, stessa cosa per il geometra Sergio Federico, perchè era il progettista e direttore dei lavori della pratica di condono approvata nel 2017, una pratica che alla luce dei fatti prima era stata presentata nel 1986 dall’ingegnere Giuseppe Aprea, che aveva riportato gli abusi così com’erano, poi il proprietario dell’immobile l’aveva affidata al geometra Sergio Federico, che l’aveva modificata aumentandone i volumi. L’approvazione della pratica avvenne ad aprile 2017, dopo pochi giorni i Carabinieri acquisirono tutta la documentazione al Comune di Capri ed in altri uffici pubblici di terraferma, come catasto e Soprintendenza, facendo emergere il falso consumato al Comune di Capri, dove, per la celerità con cui i Carabinieri avevano acceso i riflettori su quella pratica commentata in commissione si iniziò a vociferare che l’ufficio tecnico, il centro del malaffare era pieno di cimici così come gli altri spazi del municipio, destando non poche preoccupazioni di chi aveva da temere. Le inchieste sui falsi condoni, e sono diverse, riguardano i condoni rilasciati e varie pratiche già oggetto di permessi a costruire e ruota tutta intorno alle planimetrie presentate per l’ottenere i pareri favorevoli che, sono risultate alterate o falsificate rispetto a quelle depositate originariamente sia al catasto che agli uffici tecnici del Comune, nonchè alla Soprintendenza. Il proprietario dell’immobile di Dentecala ed il geometra Sergio Federico, dovranno rispondere di falsità ideologica relativa alle certificazioni presentate. L’inchiesta dei Carabinieri e del Pubblico Ministero, della Procura della Repubblica di Napoli, Monica Campese (magistrato del pool mani pulite), vede rinviato a giudizio, per abuso d’ufficio in concorso, anche l’ex responsabile dell’ufficio tecnico del Comune di Capri, arrestato per altri fatti ad agosto scorso ed oggi soggetto al divieto di dimora a Capri per il quale dopo diversi mesi sono stati modificati dagli arresti domiciliari, l’architetto Massimo Stroscio. Il Comune di Capri è stato identificato come parte offesa e sarà il sindaco pro tempore a costituirsi in giudizio. Il giudice delle indagini preliminari Eliana Franco, nell’udienza che si è tenuta lunedì 21 gennaio, ha accolto la richiesta di processo depositata dal Pubblico Ministero Monica Campese, che aveva notificato agli imputati l’avviso di conclusioni delle indagini dando loro la possibilità di essere interrogati e produrre memorie a loro difesa, che il Pubblico Ministero ha ritenuto, davanti ad un’indagine articolata e suffragata da prove dei Carabinieri della Stazione di Capri, che, si sono avvalsi anche di consulenti tecnici, non intaccare le accuse. Alle indagini ha collaborato anche la Soprintendente Paola Bovier. In sede di notifica dell’avviso di conclusione delle indagini come da prassi, ha avvisato anche il sindaco di Capri, Gianni De Martino, che il Comune di Capri è parte offesa nel procedimento e quest’ultimo, trattandosi probabilmente di componenti del cerchio magico che ha determinato la sua elezione a primo cittadino nelle fila della Primavera ed essendo l’ex responsabile dell’ufficio tecnico di edilizia privata, l’architetto Massimo Stroscio, persona di sua massima fiducia, per il momento non si è costituito parte civile e si vocifera non si costituirà neanche nell’udienza prima del processo a carico degli otto rinviati a giudizio, che inizierà il 26 maggio 2019, per non far pesare nel corso del processo la parte civile, che, ha una rilevanza non indifferente. Bisognerà vedere se la mancata costituzione di parte civile spingerà il Prefetto a nominare un commissario ad acta per ciò. Diversi tecnici oggi rinviati a giudizio e quindi imputati di reati anche contro il Comune di Capri sono destinatari di progettazioni e direzione di lavori pubblici, e, quindi, ci si chiede se possono essere i tecnici di fiducia per l’ente tra progettazioni e direzioni di lavori, ma la risposta è sempre nel cerchio magico della Primavera.