13. Una luce si è accesa – La Buona Notizia della Presentazione di Gesù
(4 Domenica del T.O.) – 2 febbraio 2020 – a cura di don Carmine del Gaudio

Abbiamo iniziato a conoscere Gesù. Con la Festa di oggi, la Festa della luce, come la definiscono in Oriente, un grande passo in avanti lo facciamo per provare ad entrare nell’intimo e nel cuore del Cristo Signore.
La settimana scorsa l’abbiamo visto sul confine tra la luce di Israele e le tenebre del paganesimo, anch’esso in attesa di riscatto, porsi come luce che dirada le tenebre dell’ignoranza e dell’errore. Ha proclamato la conversione aperta a tutti per “accorgersi” che il regno dei cieli è vicino.
L’attesa si concretizza nella persona del Messia Salvatore! Che al momento del suo arrivo entra nella nostra storia e la cambia dal di dentro!
Ma come cambierà la nostra storia il Figlio di Dio?
Oggi la festa liturgica ci fa contemplare un ingresso di cui già parla il profeta Malachia:
Dal libro del profeta Malachìa (3,1-4)
Così dice il Signore Dio: «Ecco, io manderò un mio messaggero a preparare la via davanti a me e subito entrerà nel suo tempio il Signore che voi cercate; e l’angelo dell’alleanza, che voi sospirate, eccolo venire, dice il Signore degli eserciti. Chi sopporterà il giorno della sua venuta? Chi resisterà al suo apparire? Egli è come il fuoco del fonditore e come la lisciva dei lavandai. Siederà per fondere e purificare l’argento; purificherà i figli di Levi, li affinerà come oro e argento, perché possano offrire al Signore un’offerta secondo giustizia. Allora l’offerta di Giuda e di Gerusalemme sarà gradita al Signore come nei giorni antichi, come negli anni lontani».

Entra nel tempio del Signore. Questo è molto significativo perché fotografa un aspetto fondamentale della missione del Messia: il suo obiettivo è certamente salare l’uomo, trarlo dalle tenebre e portarlo verso la luce: ma prima di tutto occorre “cambiare” la mentalità religiosa, quella della fede che in Israele era diventata troppo legalistica e dove l’uomo veniva schiacciato ma non aiutato, non salvato. Il Figlio di Dio, il Messia Salvatore cambierà la mentalità (ma fino a quando ci è riuscito?) con cui rapportarsi con il Dio della storia, il Creatore del cielo della terra e dell’uomo.
La storia si interroga di fronte a questo Messia, come esclama il Salo 23: Vieni, Signore, nel tuo tempio santo. Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria. Chi è questo re della gloria? Il Signore forte e valoroso, il Signore valoroso in battaglia.
Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria. Chi è mai questo re della gloria? Il Signore degli eserciti è il re della gloria.

Dal vangelo secondo Luca (2,22-40)
[ Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». ]
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto con il marito sette anni dopo il suo matrimonio, era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere. Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui.

Ciò che profetizzò il profeta Malachia qui lo vediamo realizzato da Cristo quando entra nel Tempio e il suo ingresso viene accompagnato dalla presenza dello Spirito Santo che Lo rende conosciuto nella fede.
Il vecchio Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui, dallo Spirito viene condotto nel Tempio ad accogliere tra le sue braccia il Messia: da cui scaturisce la sua profetica esclamazione che rientra nel piano della Rivelazione divina: «Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo vada in pace, secondo la tua parola, perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza, preparata da te davanti a tutti i popoli: luce per rivelarti alle genti e gloria del tuo popolo, Israele». E questo per aver accolto e abbracciato un Bambino, il Bambino divino di Betlemme, adorato dai Magi, osannato dai pastori, coccolato dagli abitanti di Betlemme. In quel Bambino Egli “vede” realizzato il suo sogno e le sue preghiere: per cui ora può anche morire: non aspettava altro e nulla lo potrà mai soddisfare come questa accoglienza.
La voce dello Spirito continua a parlare mediante anche la vecchia Anna, anch’essa docile alla voce dello Spirito: Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Nel Tempio che tanto attende nelle persone giuste di Israele, Gesù inizia a manifestarsi per quello che è e per la sua missione: «Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima –, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori»: è ancora il vecchio Simeone che parla così.
Nella missione di Gesù è coinvolta, dallo Spirito di Dio, anche la Madre, che ora viene preconizzata come la Madre del dolore, Colei che accompagnerà, nuova mamma dei fratelli Maccabei, il Figlio suo sull’altare della croce, dove consumerà non il sacrificio dei tori o di un animale, ma il sacrificio di se stesso, offerta vittima di espiazione per i nostri peccati.
Ben a ragione allora ci parla la Lettera agli Ebrei.
Dalla lettera agli Ebrei (2,14-18)
Poiché i figli hanno in comune il sangue e la carne, anche Cristo allo stesso modo ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che, per timore della morte, erano soggetti a schiavitù per tutta la vita. Egli infatti non si prende cura degli angeli, ma della stirpe di Abramo si prende cura. Perciò doveva rendersi in tutto simile ai fratelli, per diventare un sommo sacerdote misericordioso e degno di fede nelle cose che riguardano Dio, allo scopo di espiare i peccati del popolo. Infatti, proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, egli è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova.

Il sacrificio del Messia è molto vicino a noi uomini perché proprio dalla sua sofferenza nasce per Lui quella esperienza che ne fa un esperto di umanità (l’incarnato per eccellenza). Egli ha sofferto e per questo è in grado di comprendere la nostra umanità.
Che sogna di essere liberata: ancora oggi: e questa liberazione, lo diciamo da credenti convinti, non può venire dagli uomini o da formule matematiche, chimiche, politiche o economiche: può venire dalla gratuità di un amore che ancora si immola e porta una luce che solo Cristo è in grado di offrire.
Perciò anche noi speriamo poter gridare come il vecchio Simeone, nel momento in cui abbiamo fatto esperienza di questa liberazione: I miei occhi han visto la tua salvezza: luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo, Israele.
.
 

ORARIO SANTE MESSE
ISOLA DI CAPRI

CHIESA S. STEFANO – CAPRI
Feriale invernale ore 8 – 18 Feriale estivo ore 8 – 19
Festivo invernale ore 8 (Oratorio) – 8,15 (Chiesa S. Michele alla Croce) – 11 – 18
Festivo estivo ore 8 – 8,15 (Chiesa S. Michele alla Croce) – 11,00 – 12 – 19

CHIESA S. COSTANZO E MADONNA DELLA LIBERA
Feriale invernale solo al mercoledì ore 17
Feriale estivo solo al mercoledì ore 18
Festivo invernale ore 10
Festivo estivo ore 10

CHIESA S. SOFIA IN ANACAPRI
Feriale invernale ore 7,30 – 18
Feriale estivo ore 7,30 – 19
Festivo invernale ore 7 – 10 – 11,30 – 18
Festivo estivo ore 7 – 10 – 11,30 -19

ATTIVITÀ PASTORALI

Itinerario in preparazione alla Cresima
Ogni martedì ore 19 Chiesa SS. Salvatore

Itinerario in preparazione al matrimonio
Ogni sabato alle ore 19,30 Chiesa S. Sofia in Anacapri