I BOTTIGLIERI, RIZZO, DE CARLINI
ESCONO DALLA PORTA
E RIENTRANO DALLA FINESTRA?
chiuso il fallimento ma l’albergo non apre

ll giudice delegato del Tribunale di Torre Annunziata, Valentina Vitulano l’11 gennaio del 2018 ha dichiarato fallita la società Rizzo Bottiglieri De Carlini Armatori Spa, un colosso nel settore navale e che ha avuto un punto di fine sulla propria storia per un passivo di circa 1miliardo di debiti. Un colosso armatoriale che è fallito in quanto la società Pillarstone, che aveva acquistato tutti i debiti degli armatori presso venti banche, ha depositato una istanza al giudice per ottenere i crediti che vantava e che affiancati da altre partite ammontano ad oltre 1 miliardo di euro. Da qui è iniziata la procedura di vendita dei beni del gruppo armatoriale che il Giudice Valentina Vitulano ha affidato ai curatori Vincenzo Ruggiero, Giovanni Alari e Luciano Caiazzo. I curatori prima di giungere all’asta, poi ritirata, hanno dovuto seguire una serie di passi con particolare attenzione, anche per le malevoli voci che per quanto inconsistenti e fantasiose avevano generato preoccupazione, che i falliti volevano rientrare in gioco, attraverso fondi esteri dove vi è facilità perchè si ragiona solo in termini finanziari, di riciclare e recuperare denaro accantonato al sicuro in paradisi fiscali. L’obiettivo dei curatori era recuperare dalle vendite tutto il miliardo di euro del fallimento, tirando le somme alla fine di aver recuperato il tutto, ma non è andata così. Qualche mese fa i curatori, che si sono confrontati con il Magistrato Valentina Vitulano, hanno ricevuto, il giorno prima della vendita all’asta delle navi e di ogni altro bene inserito nel fallimento, non ultimo l’Hotel La Palma di Capri, un’offerta da parte del fondo di diritto inglese Reuben Brothers. Il fondo che è di prorietà dei fratelli David e Simon Reuben, ha presentato un’offerta alla curatela del fallimento della Rizzo Bottiglieri De Carlini Armatori Spa per quanto riguarda la flotta, la sede a Torre del Greco Villa Olivella e l’albergo La Palma di Capri, tutto per circa 270milioni di euro. All’offerta del fondo inglese Reuben Brothers sembrebbe che i debitori, le famiglie Bottiglieri, Rizzo e De Carlino, avrebbero dato il loro placet e stessa cosa i creditori, rappresentando l’offerta l’unica ancora di salvezza per salvare il salvabile, salvo un colpo di scena. I fratelli David e Simon Reuben, il cui fondo ha un valore secondo Forbes che supera i 16 bilioni di dollari, sono ebrei originari dell’India, con cittadinanza monegasca e britannica, grandi amanti di Capri e frequentatori da anni dell’isola, dove trascorrono periodi di vacanza a bordo del super yacht Siren. L’offerta accettata del fondo Reuben Brothers quale concordato fallimentare vede la loro società Rb-Rd Armatori Srl, con il 75% in loro mano attraverso la Rb Italy Holding Srl mentre il restate 25% fa capo alla New Horizon Srl. Quest’ultima società, che ha sede a Napoli dove è stata costituita il 2 ottobre del 2018, è a sua volta controllata al 56% da Adele Marina Rizzo, al 10% da Giuseppe Mauro Rizzo e al 33% dalla cugina Maria De Carlini, sembra quasi che i Rizzo Bottiglieri De Carlini Armatori Spa escono dalla porta e rientrano dalla finestra. La flotta torrese che rimarrà composta da 7 portarinfuse secche e una petroliera (al netto delle altre 5 navi cisterna destinate invece alla Pillarstone, ovvero la società che incassando i crediti li aveva fatti fallire). La nuova società Rb-Rd Armatori (che indiscrezioni della stampa specializzata marittima legge come Reuben Brothers – Rizzo De Carlini Armatori e che è stata anch’essa costituita a ottobre del 2018) avrà fra i suoi asset alcuni beni immobiliari fra cui il prestigioso hotel La Palma di Capri. Sembrerebbe inoltre che nell’assetto societario Rb-Rd Armatori Srl vi sarebbe la possibilità a determinate scadenze e al raggiungimento di certi risultati, per cui i Bottiglieri, Rizzo e la De Carlini in futuro possano veder aumentare la loro quota nella nuova società armatoriale italiana Rb Rd Armatori. Quindi che fallimento è quello della società Rizzo Bottiglieri De Carlini Armatori Spa e come mai curatori e giudice delegato al fallimento hanno accettato che chi esce dalla porta rientra dalla finestra in danno dei creditori che certamente non sono stati soddisfatti al 100%? Questo è uno dei misteri che accompagnerà tutta la vicenda del fallimento e del concordato. Anche, perchè, i Giudici del Tribunale di Torre Annunziata a fine ottobre 2017 hanno letto il verdetto del processo penale ai titolari della compagnia marittima RBD Armatori, accusati di evasione fiscale. Una presunta evasione fiscale da milioni di euro messa in atto dalla società armatoriale Rbd Armatori dove la Procura di Torre Annunziata ha formulato richieste di condanna per i dirigenti e consiglieri d’amministrazione della società. Le richieste di condanna del Pubblico MInistero sono state di reclusione a cinque anni per i soci Giuseppe Mauro Bottiglieri, Roberto Rizzo, Ugo De Carlini, Orsola Bottiglieri e Grazia Bottiglieri, tre anni sono stati chiesti per il manager lussemburghese Federigo Cannizzaro di Belmontino, due anni e tre mesi per l’avvocato Vincenzo Ussani D’Escobar, mentre per l’ex presidente di Confitarma Nicola Coccia il Pubblico Ministero ha formulato una richiesta di assoluzione, così come i Magistrati hanno poi accolto per sostanziale estraneità. A carico degli armatori il Pubblico Minstero aveva richiesto la confisca dei beni mobili e immobili che già (valore superiore a 11 milioni) nel 2014 erano stati oggetti di sequestro preventivo. L’indagine ruotava attorno a una presunta evasione fiscale relativa al presunto reato penale messo in atto dalla Rizzo Bottiglieri De Carlini Armatori Spa ed aveva avuto inizio con la testimonianza di un funzionario dell’Ufficio Centrale per il contrasto agli Illeciti Fiscali Internazionali dell’Agenzia dell’Entrate e secondo l’accusa i soci della compagnia armatoriale di Torre del Greco avrebbero incassato somme di denaro in contanti, tramite un prestito obbligazionario milionario, eludendo il fisco grazie a società offshore create appositamente in Lussemburgo, e Uruguay, evasione fiscale contestata di circa 11 milioni di euro. Davanti alle richieste del Pubblico Ministero il Magistrato ha inflitto condanne superiori rispetto a quelle richieste, ovvero sono state maggiori di quelle richieste dal Pubblico Ministero, perché sono stati inflitti sette anni di reclusione a Orsola Bottiglieri e sei anni e mezzo ciascuno per Giuseppe Mauro Rizzo, Roberto Rizzo, Ugo De Carlini e Grazia Bottiglieri, quattro anni e mezzo di reclusione per il manager lussemburghese Federico Cannizzaro di Balmontino e a tre anni l’avvocato Vincenzo Ussani D’Escobar, quest’ultimi accusati di avere sostenuto i soci della Rizzo Bottiglieri De Carlini Armatori Spa in questa operazione per sottrarre al fisco italiano oltre dieci milioni di euro. Si tratta di una condanna in primo grado per la quale i condannati hanno presentato ricorso in appello. A rompere le uova nel paniere con l’accenzione dei riflettori su questo concordato fallimentare, il fatto che la nuova proprietà dell’Hotel La Palma, prima gestito dai curatori fallimentari, ha comunicato che quest’anno l’albergo non apre seppur è stato impegnato il personale, appena 40 famiglie, e seppur sono state già vendute per eventi e per il turismo di livello pernottamenti e quant’altro. La motivazione della mancata apertura sta nel fatto che l’albergo necessiterebbe di lavori importanti, ma lavori questi che visti i divieti comunali da aprile ad ottobre non si possono fare nè tantomeno il Comune sarebbe disposto di venire incontro ad esigenze edilizie (sembrerebbe che vi sarebbero abusi da sanare) nel momento si crea un danno a Capri. Quindi, visto che la scorsa stagione turistica, conti alla mano, ha visto l’albergo ritrovarsi a fine stagione con ottimi risultati economici, non si capisce il perchè non riaprire e togliere attenzione su quell’operazione su cui tanti si pongono molte domande e rimandare i lavori a quando si possono fare, ovvero a stagione turistica ultimata. Sul problema è intervenuta la Federalberghi Adac Isola di Capri con il presidente Sergio Gargiulo che si è fatto sentire e il primo cittadino di Capri che ha chiesto un incontro ai nuovi proprietari affinchè scongiurino l’apertura quest’estate dell’albergo più antico di Capri, l’Hotel La Palma.