24 La Comunità sacramento di una Presenza – La Buona Notizia
della 2 Domenica di Pasqua – 19 aprile 2020
a cura di don Carmine del Gaudio

Stiamo vivendo in pieno la Pasqua di Gesù: lo abbiamo seguito in questa diversissima Quaresima, stando nelle clausure delle nostre quarantene e assaporando il silenzio, il digiuno da tante cose, certamente, se lo vogliamo anche leggere così, stiamo assaporando l’educazione all’essenziale che questa pandemia sta favorendo dentro di noi, nelle nostre case, nelle nostre relazioni interpersonali.
In questi giorni stiamo spesso ascoltando o dicendoci l’un l’altro: ce la faremo. Ad uscire da questa tragedia, ce la faremo, perché l’umo troverà con il buon Dio, la forza di uscire da questo periodo difficile. Quello che mi interroga è un’altra cosa: ce la faremo a cogliere nel profondo la lezione che stiamo ricevendo dalla storia? Oppure ritorneremo ad essere come prima se non addirittura peggiori di prima?
Questa Pasqua per la sua portata formidabile ci chiede una cosa importante: seppellire in quel sepolcro insieme a Gesù, il Figlio di Dio donatosi a noi per vincere con noi i nostri egoismi, tutto quello che ci impedisce di essere dei veri uomini e delle vere donne.
Soprattutto, ora che tanto ci sono mancate certe realtà vitali, seppellire in quel sepolcro una fede scialba, sbiadita, incolore, incapace di andare oltre con il Signore della vita. Seppellire tutte le superficialità che tanto ci fanno soffrire nelle nostre relazioni, terreno privilegiato dei nostri social dove pullulano pettegolezzi, bugie, giudizi incresciosi che ignorano o falsificano la verità. Seppellire i vecchi o recenti rancori verso chiunque sta condividendo con noi paura, sofferenza, angoscia e quant’altro che ci fa tremare i polsi.
Il valore che più mi preme sottolineare è la nostra umanità, quella che in modo meraviglioso sta venendo fuori in questi giorni per aiutare quelli che sono in difficoltà, nelle case, nelle solitudini accentuate dalla quarantena. Vi accorgete che bella catena di solidarietà è venuta fuori? Se mi posso permettere vorrei dire ad alta voce: questa è la vera Capri che ho conosciuto e che sto conoscendo anche in questo periodo e sono orgoglioso di essere con voi in questo momento difficile. Questa è la vera Capri che domani, sarà ancora più difficile di questo oggi, aiuterò la nostra bella isola a rimettersi in piedi nel migliore dei mdi. Ci credo!
Anche perché, ed ora parlo soprattutto ai lettori credenti, senza voler fare discriminazione di corta, alle nostre spalle abbiamo la Pasqua che è vita, che è risurrezione: e Colui che ha vinto la morte ci darà la forza che solo Dio ci può dare.
Vedete l’esempio formidabile provocato dall’annuncio di Cristo Morto e Risorto, sulle persone di Gerusalemme.
Dagli Atti degli Apostoli (2,42-47)
Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati.
Sono completamente ammaliati e presi nel cuore da questo annuncio e dopo aver ricevuto il battesimo dalle mani degli Apostoli cominciano a fondersi in Comunità. La fede sconvolge la loro vita che diventa dono. Per questo non esitano a dimettere i loro beni per poterli condividere con i bisognosi: nessuno era povero tra loro. Ed oggi quanti poveri anche qui a Capri, bussano alla nostra porta.
Avendo noi stessi gustato la misericordia di Dio con il perdono che ci h permesso di risorgere dalle ceneri di una vita sperperata dietro il nulla, il fatuo, il vuoto, siamo stati ammessi alla grazia della vita vera. Dare sollievo a chi ne ha bisogno significa proprio far sperimentare la resurrezione anche a loro.
Che bello se tutti potessimo cantare con il Salmo 117:
Celebrate il Signore, perché è buono, perché eterna è la sua misericordia.  Dica Israele che egli è buono: eterna è la sua misericordia. Dica Israele: «Il suo amore è per sempre». Dica la casa di Aronne: «Il suo amore è per sempre». Dicano quelli che temono il Signore: «Il suo amore è per sempre». Mi avevano spinto con forza per farmi cadere, ma il Signore è stato il mio aiuto. Mia forza e mio canto è il Signore, egli è stato la mia salvezza. Grida di giubilo e di vittoria nelle tende dei giusti: la destra del Signore ha fatto prodezze. La pietra scartata dai costruttori è divenuta la pietra d’angolo. Questo è stato fatto dal Signore: una meraviglia ai nostri occhi. Questo è il giorno che ha fatto il Signore: rallegriamoci in esso ed esultiamo!

Il grande obiettivo della Pasqua è la persona umana che viene promossa nella sua dignità: ed è per questo che può mirare alla salvezza della propria anima. Dovuta a chi? A Colui che ci ha rigenerati ad una vita migliore, mediante la risurrezione di Gesù, come dice Pietro nella su lettera:

Dalla prima lettera di san Pietro apostolo (1, 3-9)
Sia benedetto Dio e Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che nella sua grande misericordia ci ha rigenerati, mediante la risurrezione di Gesù Cristo dai morti, per una speranza viva, per un’eredità che non si corrompe, non si macchia e non marcisce. Essa è conservata nei cieli per voi, che dalla potenza di Dio siete custoditi mediante la fede, in vista della salvezza che sta per essere rivelata nell’ultimo tempo. Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco –, torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime.

Qui esplode il motivo della gioia che deve contraddistinguere il cristiano.

Dal vangelo secondo Giovanni (20, 19-31)
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!». Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Questi due episodi collegano la sera di Pasqua e la settimana successiva. Protagonista è la comunità degli apostoli e nello stesso tempo anche Tommaso che brilla per la sua assenza la sera di Pasqua e, dopo otto giorni, si guarda bene dall’allontanarsi dai fratelli di comunità.
Gli apostoli la sera di Pasqua incontrano il Risorto che ricevono il dono dello Spirito effuso su di loro, anticipo della Pentecoste, il dono di donare misericordia e perdono, gustare con la presenza del Maestro la pace.
Gesù fa un gesto importante: mostra loro le mani i piedi: quasi a dire: sono proprio Io, il crocifisso di venerdì sulla croce, Colui che oggi le donne vi hanno annunciato che sono vivo:
dopo otto giorni Gesù è ancora in mezzo a loro e si rivolge a Tommaso per invitarlo a toccare la sua persona, i segni della passione cioè dell’amore. Tommaso, preso in contropiede fa la sua professione di umiltà e di fede insieme. Di qui l’invito di Gesù a sapersi fidare dell’annuncio della Chiesa che sta muovendo i primi passi, con le donne, con gli apostoli r e Giovanni che hanno fatto la loro corsa al sepolcro. Una lezione indiretta anche per noi: fuori della comunità non si s ad incontrare IL Cristo vivo. Amiamo la nostra Comunità che, per quanto povera e fragile potrà essere, manifesta con l’annuncio la Morte e la Risurrezione i Gesù, il vero Figlio di Dio incarnato e morto per noi. Per noi Chiesa – Comunità uguale Comunione viva e penetrante con l forza di Cristo vittorioso sulla morte.