Parole fuori luogo quelle che in un articolo su un giornale on line sono state utilizzate per apostrofare il contributo di sbarco, che si paga per mettere piede sull’isola di Capri, come ad esempio estorsione, tangente. Veniamo ai fatti. Chiunque sbarca a Capri deve pagare il contributo di sbarco, che è pari ad euro 2,50. Il contributo di sbarco viene pagato dalle compagnie di navigazione ai comuni di Capri ed Anacapri che lo aggiungono al costo del biglietto, in sede di emissione. Per le navi da crociera provvedono i Motoscafisti, che gestiscono il servizio di scalo dei passeggeri sul loro pontile, così come il porto turistico incassa la tassa di sbarco per coloro che con mezzi, quali barche e gozzi, sbarcano al suo pontile. Il sistema del pagamento della tassa di sbarco è gestito con grande precisione e dallo scorso anno si è evidenziato che a sfuggire sono quelle imbarcazioni provenienti dalla penisola sorrentina e costiera amalfitana in partciolare, sbarcano i propri clienti direttamente agli stabilimenti balneari dove vi è anche il servizio di ristorazione. Il funzionario responsabile della ragioneria del Comune di Capri, Sergio Federico, ha inviato una pec a tutti gli stabilimenti balneari di Capri ricordando che gli stessi hanno obbligo di comunicare e versare la tassa di sbarco per coloro che per legge sono tenuti a pagarla, quindi i clienti che usufruiscono dei servizi degli stabilimenti balneari, giungendovi via mare e che non sono residenti sull’isola. Tra l’altro, il servizio ragioneria, ha riscontrato, verificando anche su internet, che diverse piccole compagnie di noleggio barche segnalano lo sbarco proprio agli stabilimenti balneari eludendo la tassa di soggiorno. Per evitare che i titolari degli stabilimenti balneari si trovino ad avere l’obbligo di incassare la tassa di sbarco devono organizzarsi per evitarlo od incassarla accordandosi con il Comune, e che, qualora, eluderanno la tassa di sbarco, che correttamente si chiama contributo di sbarco, si ritroveranno sanzionati economicamente e denunciati penalmente, in quanto commetterebbero una truffa ai danni del Comune. Questa lettera, che gli stabilimenti balneari hanno subito girato ai noleggiatori delle barche che trasportano turisti presso le loro strutture, ha mandato su tutte le furie gli operatori che fittano o noleggiano imbarcazioni e che prevedono di mettere piede sulla terra isolana, anche perchè lo scorso anno sono state perse dalle casse dei due comuni decine di migliaia di euro. D’altronde, questi noleggiatori, non possono pensare di eludere il contributo di sbarco e danneggiare i titolari degli stabilimenti balneari che potrebbero trovarsi in seri problemi.