Ho ricevuto ieri sera questo messaggio da Raffaela Troccia che ha sottolineato un distinguo tra lei e la sorella. E come vuole buona regola di correttezza lo pubblico perché tutti lo conoscano. Riguardo al fatto che ho scritto nell’ultimo articolo, quello pubblicato sul blog il 3 febbraio scorso e relativo giornale, quando dici: “Nessuno della mia famiglia ha difeso con forza come dici tu nell’articolo mia sorella, anzi mia madre la pensa perfettamente come me” devo farti presente che la prima volta che ho scritto che tua sorella era indagata per false dichiarazioni fui raggiunto da una telefonata di tuo padre che mi diceva che avevo scritto sciocchezze eppure lei è indagata per ciò. Tuo padre è un ex Maresciallo dei Carabinieri in pensione, siamo stati amici per vent’anni, ha scritto sul mio giornale una rubrica che si chiamava i Racconti del Maresciallo tra l’altro molto apprezzata, e non credo che chi ha vestito la divisa per giunta fuori Capri e quindi con grande esperienza abbia potuto credere alla versione della figlia dopo che si è informato approfonditamente della vicenda, certamente anche non condividendo posso capire un padre in una situazione del genere e quindi scrive che ha difeso tua sorella credo rappresenti la verità, se, così non fosse, vorrebbe dire che non è vero tua madre vada spiattellando in giro che ho scritto il falso preannunciando querele, che, se dovessero arrivare non temo discutere in un’aula di Tribunale. Io non ho alcun risentimento verso la tua famiglia e devo dirti che ti fa onore dissocciarti, prendere le distanze da tua sorella che ha dichiarato il falso davanti alla morte di Giovanni. Quando dici: “Una delle mie qualità è che parlo in faccia, lo so voi capresi non ci siete abituati”, io certamente sono abituato più di te, anche perché scrivere pubblicamente se permetti è parlare in faccia due volte. Personalmente giocoforza anche il rapporto con tuo padre verso cui non ho alcun rancore e posso solo dispiacermi come padre che ha una figlia del genere, sarebbe stato bello se tutta la famiglia avesse  preso le distanze da tua sorella, non per il fatto che è accaduto quella sera da cui nessuno può prendere le distanze perché è accaduto e Giovanni è morto, ma semplicemente perché tua sorella ha mentito in quella caserma dei Carabinieri mentre Giovanni in elicottero veniva trasferito in ospedale a Napoli dove poi diversi giorni dopo a causa di quel pugno è deceduto. A caldo, tutti credevano ad Anacapri che essendo tua sorella come te figlia di un ex Carabiniere avrebbe ricevuto un trattamento di favore, cosa questa che non è accaduta, anche, perché come si suol dire i Carabinieri sono Carabinieri e non guardano in faccia a nessuno. Quella sera il Comandante della Stazione di Anacapri era fuori dall’isola e chi lo ha sostituito, credo un giovane Maresciallo, su precisa indicazione del suo superiore ha fatto impeccabilmente il suo lavoro con dovizia, senza tralasciare alcuna procedura e tieni conto che quella sera Giovanni anche se ridotto in condizioni gravi era vivo e quindi non vi era una carica emotiva, umana, che potesse spingere a verificare ogni e qualunque strumento per dare il risultato della verità, poi così com’è stato ed infatti tua sorella per le false dichiarazioni rese dopo la condanna del Mariotti verrà processata in Tribunale. Io non semino odio perché vedi davanti alla morte l’odio non serve eppure se tua sorella avesse avuto un altro carattere e quel bullo stare a posto suo e comprendere lo stato d’animo, psicologico di Giovanni, quella sera sarebbe solo un ricordo loro non il primo passo verso la morte di Giovanni Masturzo. Conoscevo bene, benissimo Giovanni e ci volevamo un gran bene e quando aveva alcuni problemi di cuore diverse volte si era rivolto a me e non ho fatto mai mancare, seppur con imbarazzo per la situazione, parole di conforto, consigli che si sono dimostrati molto preziosi. Non conosco la sua famiglia, il papà e le tre sorella, anzi, per dirla tutta ne conosco una sola con cui ho parlato diverse volte per telefono e che se incontro per strada non saprei neanche riconoscere. Non si può perdere la vita perché arriva il bullo romano, come quello dei fumetti,che gli sferra un pugno e ne provoca la morte. Tua sorella secondo me ed è solo la mia opinione, giusta o sbagliata, quella sera avrebbe dovuto sedare gli animi, evitare lo scontro fisico anche perché non è vero che Giovanni agitava il casco in modo minaccioso come ha dichiarato tua sorella, anzi, tua sorella avrebbe dovuto prenderlo con il buono e portare la pace come credo avrebbe fatto qualsiasi persona con un po’ di cervello e maturità. Ti ringrazio del tuo chiarimento e spero che la Giustizia con la G maiuscola faccia il suo corso, che la condanna sia esemplare, anche, perché prima della Giustizia degli uomini c’è quella di Dio dove le menzogne e le manovre sono vane. Buona serata.           Felice Spinella

Raffaela Troccia

Inizio conversazione in chat
90 amici in comune, tra cui ……. e ……..
Ha frequentato istituto magistrale
Vive a Roma

Caro Spinella, non siamo amici su fb, ma una cosa te la voglio dire. Non parlo più con mia sorella da quando è successo il fatto del povero Giovanni che io adoravo come un fratello. Sei pregato intanto di distinguerla da me. Io sono Raffaela, persona onesta che odia il Mariotti più della famiglia di Giovanni. Nessuno della mia famiglia ha difeso con forza come dici tu nell’articolo mia sorella, anzi mia madre la pensa perfettamente come me. La tragedia l’abbiamo vissuta malissimo, era uno di famiglia. Perciò pulisciti la bocca quando parli di noi familiari. Capisco che devi attrarre il lettore ma non seminare odio verso la mia famiglia perché siamo onesti e rispettabili. Mia sorella ha 50 anni e se si vuole perdere con uno schifoso come quello è un problema suo. Una delle mie qualità è che parlo in faccia, lo so voi capresi non ci siete abituati. Buona serata Raffaele