Costantino Esposito
Avv. Maria Rosaria Apicella
Dott. Augusto Federico
Capri, 21 Gennaio 2020

Egregio Direttore
del settimanale
Nuova Capri il Corriere di Capri
Signor Felice Spinella
info@felicespinella.it

In riferimento all’articolo pubblicato sul giornale da Lei diretto, presente in edicola in data 19 Gennaio c.a. e dal titolo “Al porto 1 milione di euro prendeva altre strade, ma si devono recuperare oltre 300mila euro”, siamo costretti a rilevare macroscopiche inesattezze e l’attribuzione di condotte irregolari mai messe in atto e lesive della nostra immagine personale e professionale.
A parte ogni considerazione circa il titolo ed il contenuto dell’articolo, fortemente allusivo di comportamenti quantomeno scorretti attribuibuiti al CdA di cui siamo stati membri, e per il quale ci riserviamo di adire il Magistrato a tutela dei nostri diritti, riteniamo in questa sede opportuno riportare a verità due circostanze che, forse per superficialità delle Sue fonti, vengono falsamente rappresentate.
Va, in primo luogo, rilevato che le sentenze emesse contro la società T.P.S. Telecapri Printing System s.r.l. ed il signor Manfredi Pagano e la società Mediterranea Comunicazioni MED-COM s.r.l. ed il dott. Costantino Federico, di cui Lei lamenta la mancata messa in esecuzione:
– sono state rese in primo grado e ritualmente appellate dalla parte soccombente;
– il creditore che decide di iniziare l’esecuzione forzata basandosi su una sentenza provvisoriamente esecutiva (ma non passata in giudicato) si assume il rischio che durante o dopo l’esecuzione forzata la sentenza stessa possa essere travolta in quanto ancora sub iudice;
– la proposta di transazione dei giudizi in corso non venne ritenuta congrua dal CdA con conseguente indicazioni in merito al legale patrocinatore.
Riteniamo, inoltre, gravissima la Sua affermazione circa gli investimenti finanziari operati nell’interesse della società poiché appare evidente che si voglia adombrare un non meglio identificato interesse personale.
Orbene, non Le sfuggirà che, stante la rilevante giacenza bancaria sul conto della società, si è optato per investimenti diversificati, non vincolati, contrariamente a quanto da Lei asserito nel corpo dell’articolo, ad alcuna data di scadenza, ed a basso rischio e tanto nel pieno delle prerogative del Consiglio e nell’interesse della società che si è giovata di notevole ritorno economico.
Da tanto ne viene che le somme possono essere svincolate in ogni momento senza alcuna penale.
Pertanto, alla luce di quanto innanzi, ai sensi dell’art. 8 della legge 8 Febbraio 1948 n. 47, La invitiamo a volere provvedere alla pubblicazione di quanto sopra con il dovuto rilievo con riserva di sottoporre il contenuto dell’articolo alla Magistratura, sia in sede civile che penale, per le iniziative del caso.
Distinti saluti.
Costantino Esposito
Avv. Maria Rosaria Apicella
Dott. Augusto Federico

IL DECADUTO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE AL PORTO CONFERMA LA TRANSAZIONE SOTTODIMENSIONATA E RESPINTA
ma le due società condannate a pagare sono cessate
proprio mentre erano in carica i consiglieri

Ho ricevuto la lettera dei tre ex componenti del consiglio di amministrazione della società comunale Porto Turistico di Capri Spa con non poco stupore, anzi. Premetto che chi è chiamato in causa ha diritto di chiedere rettifiche e quant’altro, perché tutelato dalle leggi sulla stampa, che rispetto profondamente: e quindi non mi esonererei mai dal pubblicare chiarimenti e quant’altro, né ritarderei nel farlo. Ovviamente essere corretto non significa accettare e condividere la rettifica ed il suo contenuto. Premetto di non essere un legale, né un consigliere di amministrazione di grandi società (e tantomeno di diritto pubblico), ma semplicemente una persona che sa fare il giornalista e che non rincorre gli scoop, ma ha la capacità di mettere nero su bianco un’inchiesta giornalistica come questa, che scuote la comunità locale, dove un po’ tutti si aspettavano che una vicenda del genere non avvenisse mai, perché abituati a sentire, proprio da quella parte, affermazioni, ripetutamente spiattellate ai quattro venti, sulla propria presunta superiorità morale e correttezza. Ho letto con particolare attenzione il contenuto della richiesta di rettifica, più volte, maturando la consapevolezza di non essere caduto in errore, ed essendo quindi anche pronto ad andare in tribunale per questa vicenda. Ciò perché quell’articolo non è stato pubblicato in fretta e furia, ma dopo ben tre mesi di un’attenta inchiesta giornalistica sulla vicenda che riguarda da una parte Costantino Federico e dall’altra una vicenda di falsi in bilancio, distrazione di fondi pubblici ed appropriazioni indebite (se non reati ancora più gravi), che avrebbe avuto sviluppi certamente non rosei per i protagonisti. Onestamente, mi aspettavo di ricevere improperie dai diretti interessati o ritorsioni mediatiche perché mi rendo perfettamente conto dell’effetto sorpresa che avrebbe avuto lo scoperchiare questo pentolone: anzi, se tutto non fosse accaduto a Capri forse nessuno ne avrebbe saputo mai nulla. Perché a Capri quando si viene interrogati, quando vengono acquisiti documenti dalle forze dell’ordine, c’è sempre la soffiata che ti arriva non da magistrati o forze dell’ordine stesse, ma da chi ti fornisce uno spunto, magari solo riferendoti di aver visto entrare in una caserma dei Carabinieri un cittadino che ha un ruolo di rilievo in una vicenda chiacchierata. Se uno più uno fa due ed è attento, è una mente pensante, riesce a mettere insieme i tasselli, capisce cosa stia accadendo, ed è come ricostruire un puzzle che è caduto in terra mettendo tutti i pezzi al posto giusto, cosa questa difficilissima. Devo premettere che nel 2014, posso sbagliare solo di qualche mese, venni chiamato dal cda appena nominato dall’amministrazione De Martino nello studio del commercialista Augusto Federico, che mi chiese di definire un contenzioso, dopo che gli avvocati avevano raggiunto un’intesa, con il porto turistico per il quale anni prima avevo intentato una causa di risarcimento per un danno da me subito attraverso una società che avevo acquistato durante la precedente gestione, quella dell’avvocato Emilio Ruotolo. Negli anni precedenti, l’avvocato Ruotolo mai aveva voluto definire la vicenda, preferendo la strategia dei ripetuti rinvii delle udienze, e di ciò ne era seccata anche la buonanima dell’avvocato Umberto Federico che difendeva il porto. Una definizione di un giudizio civile perché vi era la consapevolezza che quella causa mi spettava vincerla, visto che dirigenti dello stesso porto turistico e pubblici amministratori comunali, dicendo la verità nelle aule di giustizia, avevano di fatto dimostrato che avevo ragione. In effetti mentre gestivo attraverso delle società le attività di bar e di gestione degli spazi pubblicitari al porto turistico (a seguito di regolari gare di appalto, per le quali credo di aver conferito alla Porto Turistico di Capri spa almeno 250mila euro) una mattina davanti agli spazi pubblicitari che avevo assegnato ad importanti aziende per la pubblicità, venne montato “azzeccato” un maxi gazebo, installato senza alcun rispetto del contratto che avevo sottoscritto con il porto turistico. Questa vicenda aveva apportato alla società con la quale gestivo la pubblicità un danno rilevante che potevo dimostrare purtroppo solo per 100mila euro; ma il non rispettare una pubblicità significa non avere più credibilità non solo verso quel cliente ma anche verso molti altri, e per giunta in un momento diffcile della mia vita. Quando finì la gestione dell’avvocato Emilio Ruotolo, Augusto Federico mi contattò e riconobbe, chiudendo la vicenda con un accordo, un danno di poche migliaia di euro. Ovviamente Augusto Federico aveva, non senza sorprendermi, chiuso l’accordo nella piena consapevolezza (che tutto il consiglio di amministrazione del porto turistico aveva condiviso) che probabilmente la prosecuzione del contenzioso sarebbe potuta costare ben altre somme alle casse di quella società. Riguardo al rapporto giornalistico, l’atteggiamento che ho tenuto, tanto con Emilio Ruotolo quanto con Augusto Federico, è stato sempre all’insegna della massima correttezza, e sia prima che dopo aver chiuso l’accordo, come giornalista ho sempre messo in luce quello che andava detto ai lettori, nel bene e nel male. Probabilmente, gli ambienti vicini a quello che era il cerchio magico dell’amministrazione De Martino tra il porto turistico e il palazzo della politica si aspettavano ben altro: ma se uno che fa il mio lavoro si vende una volta, allora si vende sempre, e quindi non c’è trippa per gatti. Ora veniamo alla richiesta di rettifica ricevuta mercoledì scorso e da dove eravamo rimasti.
Partiamo dalla fine. Nello specifico non sembra che i firmatari chiedano alcuna rettifica, ma solo la pubblicazione di una loro dichiarazione, che non mette in dubbio quanto pubblicato da Nuova Capri ma si limita a precisarne alcuni aspetti. Infatti:
1. è confermato (come Nuova Capri ha correttamente affermato) che le sentenze di primo grado contro Telecapri Printing System srl e Manfredi Pagano da un lato, contro MedCom srl e Costantino Federico dall’altro, sono esecutive sin dalla loro pubblicazione.
2. È confermato (come Nuova Capri ha correttamente affermato) che il consiglio di amministrazione ha preferito non dare esecuzione alle sentenze. Ciò sarebbe avvenuto per evitare il rischio derivante da eventuali sentenze di appello sfavorevoli alla Porto Turistico spa: ne prendiamo atto. Peccato che, nel frattempo, ambedue le società facenti capo alla famiglia di Costantino Federico siano state poste in liquidazione e cancellate (la Telecapri Printing System il 21 maggio 2019 e la MedCom addirittura il 12 dicembre 2017), e ciò indubbiamente mette seriamente a rischio la possibilità di recuperare le somme stabilite dalle sentenze di primo grado (come Nuova Capri ha correttamente affermato).
3. È confermata l’esistenza di una proposta di transazione, che il consiglio di amministrazione composto da Costantino Esposito, Augusto Federico e Maria Apicella, ha ritenuto non congrua. Ora, questa proposta è stata più volte corretta e rivista, e per ultimo è stata avanzata in data 12 febbraio 2019, quando una società era già stata cancellata e l’altra era ancora in liquidazione. Il consiglio di amministrazione era al corrente di questa situazione?
Infine, prendiamo atto che il vecchio consiglio di amministrazione ha optato per investimenti diversificati, a basso rischio e non vincolati (anzi svincolabili senza alcuna penale). Siamo fiduciosi che tali investimenti non abbiano pregiudicato ed impedito eventuali miglioramenti della struttura portuale, che certamente avrebbero potuto avere ricadute positive sull’auspicabile rinnovo della concessione e sono certo che l’aver scelto di fare tali investimenti non abbiano portato alcun vantaggio personale a nessun componente del consiglio di amministrazione della Porto Turistico di Capri Spa.
Infine, non è nello stile di Nuova Capri suggerire illazioni sulle motivazioni dei comportamenti di personaggi che gestiscono pubblico denaro. Pertanto, è del tutto irrilevante la circostanza della contemporanea candidatura nella lista capeggiata da Costantino Federico sia dell’avvocato Maria Rosaria Apicella (che infatti si è preventivamente e tempestivamente dimessa dal consiglio di amministrazione della Porto Turistico di Capri spa prima di presentare la sua candidatura), sia del geometra Sergio Federico, fratello del dottor Augusto (che, invece, si è dimesso solo all’esito delle elezioni del 26 maggio restando in carica fino al 19 agosto, data questa in cui verrà nominato il nuovo consiglio di amministrazione). Intanto nel consiglio di amministrazione della Porto Turistico di Capri Spa, composto da Raffaele Ruggiero, un commercialista di grande esperienza e professionalità cresciuto nella scuderia di Invitalia, l’avvocato esperto in diritto marittimo Rosa Abbate e l’imprenditore di Capri Costanzo Porta, sembrerebbe aver dato mandato agli avvocati di recuperare le somme di cui alle sentenze del 2012 e 2013 e per oltre 300mila euro i due precedenti consigli di amministrazione, targati Emilio Ruotolo e Augusto Federico non hanno incamerato e su quattro soggetti che dovevano pagare, due, la società Telecapri Printing System e la MedCom, hanno messo le ali e sono cessate.
Per amore della verità devo segnalare la stima professionale e personale nei confronti dell’avvocato Maria Apicella che in una separazione difficile e difficoltosa ed in due divorzi è stata il mio avvocato, a titolo gratuito, operando con profonda correttezza. Per rispondere infine a quanti mi chiedono come sono riuscito ad entrare in possesso di sentenze e quant’altro, rispondo che a volte si va a cercare una cosa e se ne trova un’altra, forse, più interessante di quella che non si è trovata, almeno per lo stupore che si prova. Infine qualcuno ha voluto segnalare la difficoltà dell’imprenditore Costanzo Porta legato da storica e familiare amicizia con Costantino Federico la correttezza del ruolo che ricopre è inoppugnabile e che sta dimostrando con i fatti che non guarda in faccia a nessuno.Le argomentazioni del consiglio di amministrazione che ha scritto sono molto discutibili e contestabili. La scelta di non mettere in esecuzione la sentenza di primo grado pienamente esecutiva di condanna al pagamento nei confronti di società espone il creditore al serio rischio di non poter recuperare più il credito se la società fallisce o va in liquidazione. Ciò risulterebbe ancora più discutibile se la Corte di Appello non ha sospeso gli effetti della sentenza di primo grado. In questi casi come viene riferito da diversi legali di grande spessore è più opportuno (per tutelare meglio il creditore) fare esattamente il contrario cioè: mettere in esecuzione la sentenza di primo grado e recuperare il credito ed accantonarlo sino all’esito del giudizio ed al suo passaggio in giudicato, perchè, insomma, la loro scelta può aver chiaramente pregiudicato il credito.