Le ricerche del velista israeliano Doron Nahshony, scomparso a bordo di un piccolo gommone dallo scorso 10 ottobre, nelle acque di Capri, mercoledì scorso hanno avuto una cassa di risonanza anche alla trasmissione televisiva Chi l’ha Visto di Rai3, che si è occupata del caso. Doron Nahshony, 62 anni, ingegnere dell’impresa israeliana Galil Engineering Group, una grossa società multidisciplinare di Ramat, faceva parte di una comitiva in viaggio nel golfo di Napoli con quattro barche a vela partite da Procida, che, poi erano giunte nelle acque di Capri e che avevano ormeggiato a Marina Piccola, una crociera che vedeva un gruppo di israeliani, dodici dei quali affetti da lievi disabilità e altrettanti accompagnatori, fare tappa a Capri. Il 10 ottobre faceva caldo, il mare era calmo, la visibilità non era delle migliori e Doron Nahshony, dopo essersi fatto mettere in mare un piccolo gommone con un motore da 4 cavalli, alle 19,45 circa si è allontanato. Da quel momento di Doron Nahshony, non vi è alcuna notizia, sembra svanito nel nulla. Il mancato rientro dell’ingegnere israeliano da quella sera del 10 ottobre scorso ha fatto scattare le ricerche protattesi per giorni e giorni senza che avessero alcun esito, nessuna traccia di Doron Nahshony e di quel piccolo e lento gommone.
Le attività di ricerca sono coordinate dalla Guardia di Finanza di Napoli, delle unità navali, ed hanno visto impegnate unità della Capitaneria di Porto di Napoli, elicotteri dei Vigili delFuoco e l’utilizzo dei gommoni dei Carabinieri che hanno perlustrato anche quelle piccole calette, insenature e le grotte dell’isola dove mezzi più grandi non possono accedere. L’Ambasciata d’Israele a Roma si è subito attivata anche con decine di sub altamente specializzati che si sono immersi nelle acque di Capri, le loro ricerche non hanno dato esito. Diplomatici del corpo consolare israeliano hanno raggiunto Capri negli scorsi giorni per seguire in prima persona le operazioni di ricerca in quanto vi è grande apprensione per il velista sparito nel nulla. La comunità di Israele in Italia sulla propria pagina Facebook ha lanciato un appello diffondendo un volantino con la foto dell’ingegnere Doron Nahshony, che quando si è allontanato dalla barca a vela su cui viaggiava, con quel piccolo gommone non aveva documenti e telefono cellulare.

Le ipotesi a cui stanno lavorando gli investigatori sono diverse, ovvero, la più accreditata, è quella di una collisione con uno yacht di grandi dimensioni o un motoscafo lanciato a tutta velocità. Ipotesi plausibile, visto il traffico nelle acque dell’isola di Capri, intenso anche in ottobre per il clima mite (quella sera c’era caldo e il mare era piatto, la visibilità però non era perfetta). Quest’ipotesi potrebbe spiegare la sparizione dello skipper e del tender, travolti e affondati. Più debole l’ipotesi del rapimento, anche, perchè come prevedere che quella sera all’imbrunire Doron Nahshony si allontana con il gommone. Da escludere, la possibilità di un malore di Doron Nahshony perché visto il traffico nelle acque e le ricerche capillari il tender sarebbe dovuto venire fuori. Lievemente accreditata l’ipotesi che Doron Nahshony abbia voluto far perdere le sue tracce, visto che non aveva con sé lo smartphone e che secondo alcuni colleghi dell’impresa israeliana pare avesse qualche problema di salute, anche, perchè, uscire da soli in tender la sera senza reali motivazioni è strano, ma far perdere tracce di se stessi con un piccolo gommone con un motore di quattro cavalli non permette di allontanarsi molto, anzi. La sera del 10 ottobre l’ingegnere Doron Nahshony ha fatto mettere in mare un piccolo tender, un gommone di circa tre metri, dicendo agli altri compagni di viaggio, che sarebbe andato da solo a raggiungere la barca a vela ormeggiata poco lontano di altri crocieristi che facevano parte del gruppo. Da qui inizia il giallo, intanto i suoi compagni di viaggio sono rientrati ad Israele senza l’ingegnere.