Sono stati notificati dai Vigili Urbani del Comune di Capri gli avvisi di conclusioni delle indagini a seguito del sequestro di Villa Faraglioni, la villa che sorge davanti ai Faraglioni dove anticamente vi era l’unico porto che dava accesso all’isola in epoca romana.
Gli avvisi sono stati notificati all’ex responsabile dell’ufficio tecnico ed urbanistica del Comune di Capri, l’architetto Massimo Stroscio, oggi agli arresti domiciliari presso la sua abitazione napoletana per altri fatti inerenti sempre reati quale dipendente comunale, all’ingegnere Giuseppe Aprea, quale direttore dei lavori, al figlio quale progettista ed al proprietario dell’immobile Tony (Antonio) Aiello, titolare del brand 100% Capri che aveva acquistato la proprietà nel 2015 e dato da subito il via a lavori che il 21 dicembre del 2017 finirono sotto la lente di ingrandimento della Stazione Carabinieri di Capri, nel corso delle indagini antiabusivismo che avevano interessato diversi cantieri che avevano i lavori in corso. I Carabinieri verificarono, avvalendosi, di concerto con la magistratura, di un perito tecnico, il cui lavoro, determinò l’apposizione dei sigilli. Sigilli che ancor’oggi fanno bella mostra di loro a Villa Faraglioni, una villa storica, che risale agli inizi del secolo scorso, che fu la dimora di Ettore Settanni, intellettuale, scrittore e giornalista e primo corrispondente da Capri de Il Mattino ed autore di numerosi libri sulla storia di Capri, che è il numero civico 1 di via Faraglioni, sul cui ingresso campeggia la frase di Leonardo da Vinci scelta da Ettore Settanni «Salvatico è colui che si salva».
Il giornale Nuova Capri mesi prima, davanti alla segnalazione di diversi cittadini per quei lavori così imponenti che interessavano Villa Faraglioni esternamente, con il rifacimento di un imponente muro, che visto da mare era come un pugno nell’occhio, inizio ad occuparsene. Sottoposta Villa Faraglioni ad un restyling dal 2016, il giornalista chiese al direttore dei lavori, l’ingegnere Giuseppe Aprea di poter visionare la pratica onde poter rendersi conto della legittimità dell’intervento. L’ingegnere Aprea fu ovviamente molto disponibile e nel corso di un incontro presso il suo studio di via Madre Serafina sottopose in visione ogni e qualunque documento riuscendo a convincere che era tutto in perfetta regola, quello stesso giornalista si recò anche lo stesso giorno all’ufficio tecnico, dall’ex responsabile dell’ufficio tecnico e di urbanistica del Comune di Capri, l’architetto Massimo Stroscio, il quale fu molto disponibile ad illustrare perché secondo lui quell’intervento era legittimo. Il giornale Nuova Capri la settimana successiva pubblicò anche un articolo in cui segnalava che i lavori erano regolari, per poi doversi ricredere a dicembre del 2017. L’obiettivo dei lavori, come riferiva direttamente Tony Aiello, che mise in essere un’operazione immobiliare da sogno, investiti un paio di milioni di euro per l’acquisto, era far divenire Villa Faraglioni una sorta di atelier ed approfittando dello scenario unico ed impagabile anche per sfilate ed eventi, facendo giungere gli ospiti via mare usufruendo dell’approdo dell’antico porto romano. Inoltre Tony Aiello avendo a disposizione ingenti capitali da investire mirerebbe, come aveva già detto, anche allo stabilimento Da Luigi nel momento in cui lo Stato metterebbe in vendita le concessioni demaniali, creando così tra la villa e lo stabilimento una struttura super esclusiva.
Tra l’altro Tony Aiello ha acquistato anche la villa sovrastante Villa Faraglioni, investendo qualche altro milione di euro, con il progetto di congiungere monte e valle attraverso un montacarichi per portare su e giù gli ospiti.
Insomma l’interesse di Tony Aiello e il brand da lui creato 100% Capri è di dimensioni non indifferenti. A poche ore dal Natale del 2017, giovedì 21 dicembre, i Carabinieri della Stazione di Capri a seguito di articolate indagini che sono andate avanti settimane, hanno sequestrato la storica villa con vista sui faraglioni, dove da un paio di anni erano in corso lavori.
Antonio Aiello, oggi cittadino con residenza all’estero, a Capri da oltre vent’anni, armato di grande umiltà e grazie alle linee guida di una grande donna, la madre, rilevò dapprima il negozio di Carmelina la pittrice in via Fuorlovado, creando il brand 100% Capri, e fu subito successo anche perchè il sarto di fronte gli consiglò di mettersi il metro al collo dando l’idea dell’artigianalità. Antonio Aiello, dopo il primo punto vendita rilevò anche la sartoria di Aldo Spinella e tutti i negozi attigui. Dopo i punti vendita di Capri e l’ingresso di nuovi soci stranieri oggi può vantare diversi punti vendita nel mondo e tutti posti in punti strategici, riuscendo a raggiungere fatturati miliardari che premiano colui che dal nulla ha creato il brand ormai a livello internazionale.
La villa, mentre erano in corso lavori, nel 2016 a seguito di un’ispezione dei Carabinieri e alla presenza di un funzionario della Soprintendenza ai Beni Ambientali vide la sospensione cautelare dei lavori, i lavori restarono fermi per circa un mese, dopo cui ripresero, quando il Comune ritenne legittime le autorizzazioni rilasciate, il Comune inteso come l’architetto Massimo Stroscio. I Carabinieri di Capri, dopo aver effettuato sopralluoghi e vagliato la documentazione depositata al Comune per vederci chiaro avevano nominato come consulente un tecnico della penisola sorrentina che per la Procura aveva messo in luce diverse situazioni non chiare. In base alla relazione del tecnico la villa, circa 150 metri quadrati, venne sottoposta ai sigilli ed il sequestro in Procura venne confermato.
I Carabinieri della Stazione di Capri ed il tecnico scoprirono che i lavori in corso non corrispondevano alle autorizzazioni concesse. Invece di interventi di ordinaria e straordinaria manutenzione, era in corso una vera e propria ristrutturazione del manufatto, stravolgendo totalmente l’impianto originario della caratteristica villa attraverso l’abbattimento di pareti interne e la creazione di nuovi locali che comportavano un aumento volumetrico della struttura preesistente.
Modifiche riscontrate anche all’aspetto esterno. Tutto ciò in una zona soggetta a rigorosi vincoli ambientali e di tutela, oltre al fatto che essendo la villa antecedente al 1942 vi sono precisi vincoli di piano regolatore. La zona è soggetta a vincoli di tutela ambientale e di alto valore storico ed archeologico, poiché il porto di Tragara è stato costruito all’epoca della presenza a Capri degli imperatori Augusto e Tiberio ed ancora si vedono tracce e testimonianze di costruzioni di epoca romana.
La proprietà della villa sui faraglioni, Tony Aiello con il brand 100% Capri, davanti al sequestro fece ricorso al Tribunale del Riesame, un meccanismo che consente agli indagati di avere tutta la documentazione depositata dai Carabinieri in fase di indagini. Un’udienza al Tribunale del Riesame che venne rinviata nel momento in cui il Pubblico Ministero inquirente mise sul tavolo anche altri atti d’indagine che spinsero poi Tony Aiello, di non presentarsi a quell’udienza probabilmente perché consigliato dai suoi legali che si aspettavano a quel punto che l’istanza sarebbe stata rigettata dal Tribunale.
Alla notizia del sequestro ad opera dei Carabinieri della Stazione di Capri al Comune, all’ufficio tecnico i funzionari sono andati su tutte le furie, a quanto si vociferava nei corridoi del Municipio, per due motivi, il primo che sono stati sconfessati atti a firma dello stesso ufficio ed il secondo perchè i Carabinieri, e solo ora se ne capisce il motivo, invece di far fare i sopralluoghi come d’uso ai tecnici disponibili nell’ufficio, hanno incaricato un tecnico esterno e di fiducia della magistratura.
Dall’acquisizione della documentazione con l’occasione del Tribunale del Riesame i legali nominati dalla proprietà, si resero conto che il fascicolo depositato dal Pubblico Ministero non conteneva solo contestazioni in materia edile ed altra documentazione, anche una denuncia a piede libero anche per il responsabile dell’ufficio urbanistica che avrebbe avallato gli atti ritenuti illegittimi dagli investigatori, l’architetto Massimo Stroscio, che, a quanto si legge avrebbe favorito questa pratica oltre a commettere abusi d’ufficio.
Il fascicolo conterrebbe anche documentazione fotografica dei rapporti tra la direzione lavori e lo stesso tecnico. Infine dalla verifica della documentazione della villa con vista sui Faraglioni il tecnico della penisola sorrentina che ha messo in luce quanto si è verificato sotto il profilo urbanistico emerse la presenza di un ponteggio di un centinaio di metri su suolo comunale per il quale oltre a mancare le dovute certificazioni proprie del montaggio di un ponteggio, al Comune di Capri, come invece fanno con tutti gli altri committenti dei lavori, non avrebbero fatto pagare neanche le somme previste alle casse comunali, quindi con danno erariale.
Con l’avviso di conclusioni delle indagini gli indagati, l’ex responsabile dell’ufficio tecnico e di urbanistica del Comune di Capri, l’architetto Massimo Stroscio, oggi agli arresti domiciliari per altri fatti inerenti sempre reati legati all’edilizia, l’ingegnere Giuseppe Aprea, quale direttore dei lavori, il figlio, quale progettista ed al proprietario dell’immobile Tony (Antonio) Aiello, titolare del brand 100% Capri, da venerdì scorso hanno 20 giorni per dimostrare al Pubblico Ministero titolare del fascicolo perché secondo loro non ci sarebbero reati in quella pratica.
Dopo quest’opportunità a garanzia degli indagati il Pubblico Ministero deciderà se richiedere il rinvio a giudizio al Gip, il Giudice per le Indagini Preliminari, od archiviare tutta l’indagine ed a quel punto dando ragione al primo cittadino di Capri, Gianni De Martino, che in occasione di un’intervista lo scorso gennaio al quotidiano Il Mattino disse che poteva essere stata presa una cantonata.
A giugno scorso trapelò una notizia che ha scosso le mura del Municipio di Capri, ovvero il sindaco Gianni De Martino, che indossa la fascia tricolore dal 24 maggio del 2014 ed avendo tenuto per se la delega all’edilizia privata e urbanistica, avrebbe messo le mani nella pratica edilizia di Villa Faraglioni. La legge dice chiaramente che “i componenti la giunta comunale competenti in materia di urbanistica, di edilizia e di lavori pubblici devono astenersi dall’esercitare attività professionale in materia di edilizia privata e pubblica nel territorio da essi amministrato”, così recita al comma terzo, l’articolo 78 del decreto legislativo numero 267 del 18 agosto 2000. Gli inquirenti, i Carabinieri della Stazione di Capri, che hanno dimostrato sul campo grande professionalità ed intuito, scoprirono che il primo cittadino come tecnico privato, e non poteva esserlo, era il collaudatore dei lavori per il deposito sismico al Genio Civile, anche, per altre pratiche.
L’incarico di collaudatore il sindaco si è visto conferirlo dal committente, Tony Aiello del brand 100% Capri, il 2 febbraio del 2016, quando era già sindaco di Capri. In base a quanto riscontrato nelle pratiche di Villa Faraglioni il sindaco Gianni De Martino non avrebbe potuto accettare quell’incarico. Gli investigatori hanno sottolineato alcune circostanze, tra cui quella che Gianni De Martino fino al dicembre del 2001 è stato il responsabile dell’ufficio tecnico del Comune isolano con alle dipendenze l’architetto Massimo Stroscio, all’epoca dell’affaire Villa Faraglioni, responsabile del settore dell’edilizia privata del Comune di Capri ed indagato nel procedimento in questione. Il sindaco, inoltre, da gennaio 2002 fino a maggio 2014, ha esercitato la libera professione presso lo studio dell’ingegner Giuseppe Aprea, anche lui indagato nel procedimento in oggetto, e che i due erano soci nello studio di via Madre Serafina, ipotizzando che questo rapporto, anche alla luce dell’incarico di collaudatore, è continuato. Tra l’altro agli investigatori sembrerebbe dover accertare anche la modalità di pagamento dell’onorario percepito dall’ingegner Gianni De Martino, per le prestazioni di collaudatore, nonché delle altre pratiche di cui da quando era sindaco di Capri non doveva occuparsi.
Se il Pubblico Ministero dal 30 novembre in poi, ovvero quando scadranno i 20 giorni che consentono agli indagati di spiegare la loro posizione giudiziaria, convincendo il magistrato che è tutto in regola, si andrà ad archiviazione, mentre se ciò non dovesse accadere verrebbe chiesto il rinvio a giudizio che implica la costituzione di parte civile del Comune di Capri, cosa questa che verrebbe notificata al sindaco Gianni De Martino, che ha partecipato alla pratica di Villa Faraglioni ricevendo benefici economici.
Il fatto che per il falso condono della proprietà di Dentecala-Matermania il Pubblico Ministero inquirente abbia notificato l’avviso di fissazione dell’udienza preliminare per andare davanti al Gip che dovrebbe disporre il giudizio per gli indagati di questo troncone di indagini che sarebbe uno degli otto, il proprietario dell’immobile, il geometra Sergio Federico che avrebbe provveduto ad effettuare il falso condono per aggiungere i circa 58 metri quadrati in più, l’architetto Massimo Stroscio, che per altri fatti propri della sua funzione di responsabile dell’ufficio tecnico di edilizia privata ed urbanistica al Comune di Capri che oggi è agli arresti domiciliari, la commissione edilizia composta dall’architetto Oscar Claudio Stabile, ingegnere Livio Carlo Talamona, architetto Maria Lucia De Angelis, geometra Antonio di Martino ed ingegnere Costantino Cerrotta, l’arrivo delle conclusioni di indagini per Villa Faraglioni, con indagati: l’ex responsabile dell’ufficio tecnico ed urbanistica del Comune di Capri, l’architetto Massimo Stroscio, oggi agli arresti domiciliari presso la sua abitazione napoletana per altri fatti inerenti sempre reati quale dipendente comunale, all’ingegnere Giuseppe Aprea, quale direttore dei lavori, al figlio quale progettista ed al proprietario dell’immobile Tony (Antonio) Aiello, titolare del brand 100% Capri che aveva acquistato la proprietà, lascia presagire che i tronconi d’inchiesta uno per uno sono in fase di chiusura e potrebbero arrivare altri procedimenti con il plauso della popolazione, quella che non fa parte del cerchio magico della Primavera, che la legalità a Capri è in via di ripristino e che tutti coloro che hanno pratiche edilizie sono uguali, i facoltosi e danarosi così come il semplice cittadino.
Un’altra grana per Tony Aiello è l’aver effettuato qualche mese fa una telefonata intimidatoria, minacciatoria, nei confronti della giornalista de Il Mattino, Anna Maria Boniello che ha provveduto a denunciarlo per la telefonata e per il contenuto, così come di aver avuto in un’altra località turistica un accertamento dal quale è risultato personale al nero. Ma la grande grana di Tony Aiello se dovesse andare a giudizio per Villa Faraglioni è che dovrebbe spiegare ai suoi soci di aver fatto un investimento sbagliato che ha portato invece di un valore aggiunto con l’acquisto di Villa Faraglioni un vero e proprio disastro dove il brand 100% Capri ne uscirebbe molto male, troppo!