E’ incredibile registrare come Massimo Stroscio sia sempre stato difeso a spada tratta dal sindaco Gianni De Martino e dall’intera maggioranza i quali, incuranti delle pesantissime vicende giudiziarie in cui questi è coinvolto da indagato o imputato e dove a suo carico gravano accuse d’aver compiuto numerosi reati, reati gravissimi, i più gravi che si possano compiere da dipendente di una pubblica amministrazione tipo: l’abuso d’ufficio, la turbativa d’asta, il falso in atto pubblico ed addirittura la truffa allo Stato, ebbene, malgrado che  Stroscio si trovi in una drammatica posizione, questo pupillo del sindaco De Martino, risultava ricevere ancora forte il sostegno ed il “cordone di solidarietà” da parte del gruppo politico della Primavera che era rimasto al suo fianco nonostante il clamoroso arresto in piena estate, che ha gettato Capri nello scandalo, e la continua pioggia di avvisi di garanzia e comunicazioni giudiziarie che gli son piovuti addosso benché già privato della libertà personale. 

Di fronte a tanta sfrontatezza e spavalderia, da parte di un gruppo politico che è arrivato a sfidare, con critiche inopportune, persino l’operato della Magistratura e degli organi inquirenti, ecco che arriva la batosta morale e politica che li condanna a dover prendere atto che l’operato di Silvio Staiano (da loro strumentalmente attaccato per compiacere la propria oramai sparuta “claque” di seguaci) è stato ritenuto pienamente legittimo e continente rispetto al diritto di protestare e contestare (a seguito dell’azione violenta e distruttiva che ha visto aggredita l’azienda di Capri più pubblicizzata nel mondo) l’operato vergognoso della pubblica amministrazione.

Senza mezzi termini il Gip, Flavio Provvisier, nella sua ordinanza di archiviazione proscioglie Silvio Staiano da ogni accusa, chiosando così:  “Ed invero, i fatti non potrebbero mai essere inquadrati in condotte tali da giustificare l’intervento della giustizia penale,….essendo evidente la particolare tenuità dei fatti, alla luce dei soggetti coinvolti, sia soprattutto che gli stessi sono stati generati nell’ambito di relazioni professionali, notoriamente conflittuali nella maggior parte dei casi in sede di gestione dei rapporti economici, e che escludono interventi del giudice penale, se, come nel caso in esame, si mantengono nell’alveo dell’ordinario, pur conflittuale, rapporto, spesso caratterizzato da ingiurie, critiche anche forti, ma che non meritano alcuna sanzione penale rimanendo nell’alveo di una modesta offensività”.

E’ stata quindi  archiviata definitivamente  la temeraria denuncia presentata ad ottobre 2017, da Massimo Stroscio deus ex macchina dell’Edilizia Privata,  responsabile  dell’Ufficio Tecnico  Comunale fino al suo arresto avvenuto ai primi di agosto 2018. La denuncia querela depositata contro il malcapitato imprenditore, Silvio Staiano di Capri Watch, che beffardamente, dopo aver assistito sotto i suoi occhi alla distruzione selvaggia della tenda passata ai disonori delle cronache per essere diventata uno dei peggiori esempi, in Italia ed in Europa, di come una pubblica amministrazione possa compiere atti violenti e prepotenti ai limiti della vergogna e della decenza contro un singolo cittadino o una singola azienda.

La inconsistente denuncia presentata dallo Stroscio, rivelatasi poi infondata e priva di pregio (tanto che il PM ne chiese immediatamente l’archiviazione poiché “non suffragata e non suffragabile”), non fu l’unico atto del dirigente tuttora allontanato da Capri per ordine della magistratura bensì soltanto il primo di una serie. Di seguito infatti lo stesso presentò una seconda querela e addirittura, non contento, propose l’atto di opposizione alla richiesta di archiviazione del PM, ottenendone la fissazione per la discussine all’udienza dello scorso 7 dicembre 2018 all’esito della quale è arrivato il provvedimento del GIP che ha disposto l’archiviazione ritenendo legittime tutte le condotte poste in essere, anche se attraverso azioni di clamorosa protesta, da silvio Staiano.

Tradotto in soldoni, dopo la violenza subìta, l’aggressione da parte dei dipendenti comunali, la distruzione della tenda ed altre vessazioni di ogni genere, il Giudice ha ritenuto essere equilibrate e legittime tutte le forme di protesta attivate da Silvio Staiano che aveva purtroppo riscontrato e toccato con mano la ignavia e la inconsistenza politica di sindaco, vice sindaco, assessori e del gruppo di maggioranza. A quel punto ha ritenuto di ingaggiare una battaglia mediatica senza precedenti al fine di esporre alla opinione pubblica di come una classe politica fosse incapace di provvedere a censurare la condotta (da codice penale) dei suoi dipendenti oltraggiosi. Vennero così coniati i termini mediatici “metodo Portobello”, “politica dello struzzo”, “l’ignavia di Ponzio Pilato” e “le promesse pre-elettorali alla Pinocchio”!

Di fatto il Giudice avvalora e avalla contenuto e metodo della protesta. Chi non ricorda i cartelli appesi alla tenda con le facce dei silenti politici? 

Chi non ricorda i divertenti e puntuali Post su Facebook che hanno inchiodato la maggioranza alle sue responsabilità? 

Chi non ricorda i manifesti affissi in svariate città italiane? Bene ha fatto quindi, Silvio Staiano a rendere pubblico quel vile tentativo di distruggere, quasi di nascosto, la tenda e la complicità dei politici nel voler “proteggere” ad ogni costo quel gesto violento, antidemocratico e sconsiderato.

Va ricordato che, lo scorso anno, con un’azione che potrebbe tranquillamente definirsi squadrista, alcuni operai comunali agli ordini di Massimo Stroscio, vandalizzarono la tenda del negozio Capri Watch in via Camerelle, un atto vile perchè vide la distruzione della stessa e non la rimozione che sarebbe stata più logica e non avrebbe procurato danni.

Quanto accadde quella mattina, che rappresenta il gesto più vile della Storia di Capri, una grave macchia della pubblica amministrazione e che farà ricordare per sempre, in negativo, i politici che ne facevano parte. Mai Capri ed i capresi dimenticheranno la vandalizzazione della tenda, le minacce, ingiurie e quant’altro ai danno di Silvio Staiano, colpito proprio pochi giorni prima da un lutto gravissimo, un imprenditore che di Capri ha fatto bandiera e che non si è piegato alla prepotenza.

Sporse immediata denuncia alla Procura della Repubblica di Napoli poiché si rese immediatamente  conto che quel che avevano fatto i dipendenti comunali non era corretto anche se obbedivano agli ordini dell’ex tecnico comunale. Silvio Staiano era sicuro che la classe politica al capo del Comune di Capri, il sindaco, gli assessori ed i consiglieri comunali, condannassero la vandalizzazione della tenda e la violenza, cosa che non si verificò e fu così che l’imprenditore dell’orologeria iniziò a contestare con sdegno il silenzio del primo cittadino e di tutti i consiglieri di maggioranza. Una contestazione per non aver preso posizione, gli bastava la solidarietà, la condanna alla violenza invece ricevette il Silenzio! Incredulo, per destare la loro dignità politica, per sortire una reazione degna e concreta Silvio Staiano fece affiggere decine di manifesti giganti con la foto di tutti i politici della maggioranza a cui chiedeva di dissociarsi dalla violenza e che dichiarasero di non essere succubi dell’ex responsabile dell’edilizia privata. Una risposta che il sindaco e i consiglieri di maggioranza della Primavera non dettero mai, forse anche perchè coinvolti in casi di abusivismo al loro interno e quindi non avrebbero potuto dare, se non dichiararando il falso. Se da una parte i post su facebook di Silvio Staiano avevano attirato l’attenzione di migliaia di persone, dall’altro lato l’affissione sul territorio nazionale di quei manifesti creava un grande imbarazzo ai politici locali per non essersi dissociati da quell’atto ignobile e vile. L’imprenditore Silvio Staiano, come d’altronde dimostrano i filmati della videosorveglianza subì oltre ai danni alla tenda tagliata con le forbici e gettata nei rifiuti.

L’architetto Massimo Stroscio, ha sempre negato cercando di far passare quella vandalizzazione, come un adempimento dell’ordinanza comunale che aveva fatto, e che prevedeva la rimozione della tenda senza che si sarebbe verificato alcun incidente importante, come a voler precostituirsi un alibi. Addirittura, Massimo Stroscio, nella sua denuncia per la quale si aspettava arrestassero Silvio Staiano, accusò i Carabinieri della Stazione di Capri di non aver acquisito alcun documento al Comune di Capri in merito a quella pratica e quindi di non aver svolto bene le indagini. I quali avendolo denunciato per falso ideologico ed abuso d’ufficio  con la notifica al Comune ne scaturì un procedimento disciplinare a carico dell’ex tecnico comunale. Stroscio, nella sua denuncia ha lamentato, depositandoli, essere lesivi  anche i post su facebook sulla pagina di Staiano che avevano per oggetto la sua persona e la vandalizzazione della tenda, ed essendo continui, facevano configurare secondo lui dei reati per cui ritenne di richiedere alla procura che Silvio Staiano nientepocodimenoche, venisse arrestato per calunnia, diffamazione e stalking mediatico: una follia!

Leggendo quel passaggio non sembra mai che l’abbia potuto scrivere una persona come l’architetto Massimo Stroscio,  sembra al contrari di trovarsi di fronte ad un vaneggiare, una burla, uno scherzo. Ma Stroscio, nella sua denuncia e negli atti successivi non voleva vedere solo Silvio Staiano dietro le sbarre del carcere, dove finora soltanto lui ha sfiorato di andarci e che fortunosamente la magistratura si è limitata a disporre per lui soltanto gli arresti domiciliari, infatti, nella sua denuncia fa un preciso riferimento al Comandante dei Carabinieri della Stazione di Capri chiedendo che “andrà accertata e verificata la liceità del comportamento del Comandante della Stazione CC…” reo secondo lo Stroscio di aver violato il segreto d’ufficio e i suoi doveri d’ufficio. Insomma alla fine non si sa se Stroscio, oltre ad aver preso la laurea breve in architettura, abbia anche quella di legge e se può paragonarsi ad un magistrato a cui, rimproverando di non aver valutato deciso bene gli dice: questo lo arresti, quello lo indaghi e così via. In conclusione, la denuncia presentata dall’architetto Massimo Stroscio, contro Silvio Staiano era stata “liquidata” prima dal Pubblico Ministero Antonella Cantiello che ne aveva chiesta l’archiviazione poiché: “non suffragate e non suffragabile” contro la quale Stroscio depositò opposizione all’archiviazione, che recentemente un altro magistrato ha stabilito di archiviare perchè non ve ne sarebbero i presupposti per procedere. Insomma un clamoroso buco nell’acqua. In gergo gli son stati buttati “i coppettielli” alle spalle.

Gravissimo e sconcertante, tra gli altri, un passaggio nella richiesta di opposizione all’archiviazione, dove  Stroscio, insinuando non si sa con quali riferimenti,  scrive sembrando un inquirente che non conosce bene il suo lavoro, ed indica lui stesso (dando “lezioni” ad inquirenti, Pm e magistrati) quali sono i reati, chi li ha commessi, come si deve procedere ed infatti contesta che non sono state effettuate le indagini come avrebbero dovuto farle, e che non erano state fatte  neanche a carico di pubblici ufficiali, il riferimento appare chiaro al Comandante della Stazione Carabinieri di Capri, per fatti da lui segnalati come notizie di reato e scrive letteralmente “… comandante della stazione CC di Capri, il quale palesemente e per evidenti motivi personali ben noti a Capri, ha violato i propri doveri d’ufficio ed il segreto istruttorio rendendo pubblica l’attività di indagine a mio carico… con la nota inviata al Comune… Ma per chi lavora questo Carabiniere? E la denuncia per calunnia di pubblici dipendenti è obbligatoria e per questo, a mio avviso, deve fare lo stesso carabiniere rispondere del reato di omissione di atti d’ufficio…”. Insomma l’architetto Massimo Stroscio ha solo mancato di chiedere l’arresto del Comandante della Stazione Carabinieri di Capri e poi avrebbe ricostruito  un quadro completo della sua persona che vede complotti e quant’altro, ovunque quando inece, finora, è lui quello colpito da provvedimenti di custodia cautelare.

E complotto per complotto una vera e propria coincidenza, ovvero che proprio nei giorni in cui architetto Massimo Stroscio, chiedeva l’arresto dell’imprenditore Silvio Staiano per la presunta diffamazione, calunnia e stalking mediatico, pare che anche l’amministrazione comunale e soprattutto, sindaco, vice sindaco, e tutti componenti della maggioranza presentavano in Procura una denuncia simile contro lo stesso Staiano, chiedendone l’arresto per i medesimi fatti.

Se fosse vero ciò sarebbe stata concordata un’azione congiunta con Stroscio? Una strategia ad orologeria, al fine di rovinare Silvio Staiano, tesa a suggestionare i magistrati i quali, se non fossero stati troppo esperti, si sarebbero potuti far impressionare dalla circostanza che a denunciare un libero cittadino e stimato imprenditore fosse l’intera classe politica ed a margine anche un funzionario, un dirigente pubblico importante. Questo fatto, se vero ed accertato, rappresenterebbe uno dei più gravi tentativi di azione persecutoria, priva di qualsiasi fondamento, nei confronti di un singolo, compiuta da esponenti, rappresentanti politici di Capri che abusando del loro ruolo e qualità avrebbero potuto distruggere la vita di una persona. Per quanto trapela tra le fila della Primavera ad occuparsi della vicenda pare sia stato l’avvocato Alessandro Esposito che avvalendosi di un legale della Provincia di Napoli, avrebbe spinto i consiglieri comunali di maggioranza al loro gran completo a sottoscrivere la denuncia collettiva firmata nella stanza del sindaco richiedendo svariate centinaia di euro dalla propria tasca per poter pagare il legale che avrebbe chiesto molto di più proprio perché c’era la richiesta di custodia cautelare di Silvio Staiano. In effetti il complotto sembra essere tale  proprio per l’azione penale con la richiesta di arresto dell’imprenditore ad opera dell’architetto Stroscio, e la stessa cosa richiesta a distanza di qualche giorno da parte di tutti i consiglieri della Primavera, ma a quanto pare ci sono già i primi pentimenti e la magistratura lenta ma attenta, con i suoi provvedimenti, fa uscire la figura di Silvio Staiano come un gigante rispetto a questi piccoli politici che scappano via da responsabilità e che affrontano i problemi non pubblicamente ma ordendo trame negli studi privati legali dei penalisti. Chiederemo insitemente un’intervista a sindaco, vice sindaco ed assessori per fare luce su questo intrigo, complotto o giallo che dir si voglia. Certamente ci saranno altre puntate.