10. Il gesto di Dio verso di noi – La Buona Notizia
del Domenica del Battesimo di Gesù
12 Gennaio 2020 – a cura di don Carmine del Gaudio

Siamo reduci da un grande periodo, quello natalizio, in cui abbiamo avuto modo di contemplare da vicino il DONO da cui scaturiscono tutti i DONI.
Il Bambino Gesù, il Verbo incarnato, come ci ha annunciato il prologo del Vangelo di Giovanni, è Lui stesso il DONO che il Padre ci ha fatto, per donarci con il Figlio la salvezza.
Ci siamo inginocchiati ed abbiamo adorato il Figlio di Dio, insieme ai Magi venuti da lontano: prima che questi personaggi autorevoli aprissero i loro tesori e donassero a Gesù oro, incenso e mirra, Gesù stesso ha donato loro certezza di una presenza soprannaturale che in quel Bambino si era incarnata, la gioia di una visione celestiale, la bellezza di un silenzio in cui tutto parla di amore.
Proviamo ad immaginare il dialogo, silenzioso quanto efficace, intercorso tra i cuori di Gesù, Maria e Giuseppe, da un lato e dei Magi, dall’altro. Ha permesso loro di entrare nel mistero di Gesù, si sono arricchiti, sono stati colmati di ogni grazia e benedizione. Inevitabile che per un’altra strada, una strada completamente nuova, facessero ritorno ai loro paesi. È il più bel segno della “conversione”!
A proposito di doni, oggi ci introduce al DONO il brano di Isaia:
Dal libro del profeta Isaìa (42,1-4.6-7)
Così dice il Signore: «Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio.
Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni. Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce, non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta; proclamerà il diritto con verità. Non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra, e le isole attendono il suo insegnamento. Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e ti ho stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni, perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre».
La presenza di Gesù nel mondo, dall’Incarnazione in poi, segna il mistero del DONO della salvezza.
Gesù è venuto per donare a tutti gli uomini la salvezza: ecco il centro e la forza della presenza di Gesù nel mondo. Da questa fonte della salvezza nessuno è escluso per cui, nella vita della Chiesa, dagli Atti degli Apostoli in poi, ogni uomo è chiamato ad entrare nel mistero di Gesù attraverso il momento fondamentale del Battesimo: non un rito magico, bensì un grande atto di amore con cui, mediate la volontà umana, espressa in prevalenza da genitori o dagli stessi “conquistati” da Cristo, viene realizzata l’immersione nella vita e soprattutto nel mistero pasquale, fonte di liberazione dal peccato ed inserimento nella vita di grazia, connotata da Giovanni come la vita di Figlio di Dio.
Questa salvezza derivante dal Battesimo è aperta a tutti gli uomini, senza alcuna distinzione di razza o di cultura, di lingua o di età. Ce lo ricorda la seconda lettura di oggi:
Dagli Atti degli Apostoli (10,34-38)
In quei giorni, Pietro prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga. Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti. Voi sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni; cioè come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nàzaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui».
Dall’adorazione alla contemplazione: alla consapevolezza di essere anche noi chiamati a questa intimità di vita e di grazia con il Figlio di Dio.
La grazia per noi deriva dalla obbedienza incondizionata di Gesù al volere del Padre. La sua obbedienza diventa per noi, dal momento del battesimo in poi, il percorso per fare crescere il battesimo che non è, ripeto, un gesto magico, ma l’inizio della vita nuova, dipendente dall’essere in Cristo una creatura nuova.
Vivere da figli! Questo il grande messaggio del Vangelo che rivolgendosi ad ogni uomo. Il Battesimo ci mette di fronte ad una scelta dettata dallo stesso testo del Vangelo del Battesimo di Gesù:
Dal Vangelo secondo Matteo (3,13-17)
In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».
La consegna che al Giordano viene fatta alla storia e quindi ad ogni uomo che vive nella storia, è fondamentale per la nostra vita futura: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».Queste parole, solenne testimonianza che conforta l’uomo in ricerca di un angolo di salvezza per la sua vita, aprono la strada della consolazione che diventa certezza di una compagnia di cui poi nessuno può fare a meno: una volta che hai conosciuto Gesù, lo lasci entrare nella tua vita, e tu entri nella sua vita (ecco il grande dono del Battesimo cristiano!), la vita assume un sapore completamente diverso. Tutto dipende però da come si ascolta questa voce e dall’obbedienza che riserviamo ad essa:
Questo è il mio Figlio: riconoscere Gesù, il Figlio di Dio, significa riservarGli il posto che merita Dio stesso: è la prima scelta del battezzato che vuole crescere come credente;
L’amato: l’amore di Dio è il gioco che salverà la storia, la nostra storia: se permettiamo a questo amore di orientare la nostra vita allora sì, possiamo sperare: vi ricordo, cari lettori, che il Vangelo trova la sua sintesi in questo amore nella duplice sfaccettatura: di amore verso Dio e di amore verso gli uomini.
In lui ho posto il mio compiacimento: è più di una testimonianza: è l’invito a vivere nel Figlio, con il Figlio, mediante il Figlio: e così anche il cristiano, ognuno di noi, diventerà il compiacimento di Dio Padre. Semplicemente: sarà contento di noi.
Questa celebrazione del Battesimo di Gesù segna anche l’inizio di un cammino di fede che, domenica dopo domenica, anche quest’anno ci vedrà impegnati nella crescita che come cristiani seri siamo chiamati a fare.