la capretta dà altri 500 euro arriviamo a 1000 euro…
almeno altri 1000 euro li deve dare, visto che si è aperto la pizzeria a Capri e sta facendo soldi a tonnellate”.

Massimiliano di Caprio è il titolare della pizzeria ai Tribunali Il Presidente, da qualche anno ha aperto una sede ad Anacapri, nella zona del monumento. A fine luglio ha ricevuto una diffida a comportarsi correttamente anche perchè titolare di concessione di suolo pubblico, dal Comando della Polizia Municipale del Comune di Anacapri, perchè davanti alla pizzeria aveva esposto una maglietta della Juventus con un cartello in bella mostra che recitava “sit a munnezz ra’ gente”. Una condotta disdicevole, offensiva e contraria al comune senso civico o sgradevoli ed ai limiti della decenza e del decoro, come recita l’atto dei Vigili anacapresi. Ma Massimiliano di Caprio non è balzato alle cronache per la maglietta offensiva dei tifosi della sua non squadra del cuore, bensì per il fatto che questi, in base ad una serie di arresti e di una complessa indagine è stato evidenziato che per la sua pizzeria ai Tribunali paga il pizzo alla camorra che gli avrebbe aumentato la tariffa proprio per l’apertura della pizzeria ad Anacapri. Nell’inchiesta dei Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia Centro che, coordinati dalla Procura Distrettuale di Napoli, hanno eseguito una ordinanza cautelare nei confronti di 22 indagati ritenuti affiliati alla “paranza dei bimbi” e responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, porto abusivo di armi e di avere imposto il racket a pizzerie e negozi di generi alimentari nelle zone di San Gaetano e dei Decumani, nel centro storico della città.
Tra le accuse ai destinatari dei provvedimenti di carcerazione, l’aver convocato i titolari della pizzeria “Il Presidente”, Massimiliano di Caprio per intascare il denaro settimanalmente. Tra l’estate 2016 e aprile 2017 avrebbero versato ai cammorristi 1900 euro e le date dei “prelievi” erano quelle canoniche: Ferragosto, Natale e Pasqua, e le somme erano destinate “ai carcerati” vicini al clan cammorristico. E se qualcuno ampliava i margini di guadagno, anche lontano da via dei Tribunali, doveva pagare di più come emerge da un’intercettazione che risale all’aprile 2017 dove a parlare sono i cammorristi Giovanni Matteo e Giovanni Ingenito: Ingenito: “…se la capretta (come gli indagati chiamano il titolare della pizzeria “Il Presidente” Massimiliano di Caprio) dà altri 500 euro arriviamo a 1000 euro”; Matteo: “…almeno altri 1000 euro li deve dare, visto che si è aperto la pizzeria a Capri e sta facendo soldi a tonnellate”.