VIGILATE SUL VIGILE. DOPO UN QUARTO DI SECOLO UN’ORDINANZA DA ATTUARE PERCHE’ I CITTADINI SIANO VERAMENTE UGUALI E NON A PAROLE

In nessun comune d’Italia il Comandante dei Vigili Urbani abiterebbe un edificio abusivo, ma questo non vale più se la casa abusiva è nel comune limitrofo, anche se in questo comune quel Comandante ci è nato, ci vive e ci ha fatto anche non solo il consigliere comunale ma addirittura il vicesindaco!
Veniamo ai fatti.
Nell’anno 2000 il responsabile dell’ufficio edilizia privata di Capri, all’epoca l’ingegnere Salvatore Rossi, emise l’ordinanza di demolizione n. 111 a carico di Mariano Bozzaotre relativa ad opere edili abusive eseguite in completa assenza di atti abitativi consistenti in ampliamento per 45 metri quadrati di volumi destinati a cantina, sbancamento del terrapieno con nuova scala di accesso, costruzione di un ampio terrazzo ed eliminazione di aree a verde preesistenti, nonchè tutta una serie di sistemazioni esterne con panche, colonne, muretti e pergolato. Tutto, si ripete, completamente abusivo. Una prima anomalia consiste tra il sopralluogo effettuato dall’ufficio tecnico, il 22 giugno 2000 e la data dell’ordinanza 6 settembre 2000: oltre due mesi di riflessione ben superiori al tempo mediamente impiegato dall’ingegnere Salvatore Rossi per provvedimenti dello stesso tipo. Il 23 novembre del 2000 Mariano Bozzaotre ricorreva al Tar Campania (ricorso n. 11823/2000) affidandosi allo studio legale Ruotolo di Capri (Carmine, Emilio, Giovanni e Pierpaolo, con domicilio eletto presso l’avvocato Lucio De Luca di Melpignano in via Cesario Console 3 a Napoli). Il Comune di Capri, come parte lesa, si costituiva dando mandato all’avvocato Giovanni Cioffi di Napoli. Per strano che possa sembrare questa storia finisce qui. Infatti, da quella data in poi mai il ricorrente presentò istanza di fissazione di udienza e quindi in data 9 novembre 2012 la IV Sezione del Tar di Napoli con decreto presidenziale n. 25615 dichiarò la “perenzione” del ricorso. Ciò significa che l’ordinanza 111 del 2000 non è stata mai annullata ed è tuttora in piedi, e reclama di essere attuata se pure con 22 anni di ritardo, per dimostrare che a Capri non esistono cittadini di serie A e di serie B, e che per la famiglia Bozzaotre saranno adottati gli stessi atti giustamente persecutori già adottati in tanti altri casi. Infatti, in presenza di constatazione della mancata demolizione del manufatto abusivo è obbligatorio l’avvio del procedimento di acquisizione al patrimonio comunale finalizzato alla demolizione stessa. La mancanza di qualunque giudizio pendente non giustifica neppure la sospensione della procedura di acquisizione né tantomeno la fissazione di un canone di occupazione, in quanto non esiste alcuna sede giudiziaria dove i provvedimenti del comune possano essere riesaminati ed eventualmente annullati.

Questa vicenda è particolarmente grave visto che nei locali abusivi vive nientepopodimeno che il dottor Roberto Bozzaotre, già vicesindaco di Capri ed anima di una lista, quella della Primavera che del rispetto delle leggi e delle regole, e della critica nei confronti di chi non le rispettava o non le faceva rispettare, aveva fatto un mantra. Evidentemente però queste considerazioni valevano solo per i nemici visto che come al solito le leggi per i nemici si applicano e per gli amici si aggirano.

 

E’ difficile capire come una vicenda di questo tipo, lasciata morire in sede amministrativa, non abbia obbligato gli uffici a mettere in essere gli atti sanzionatori obbligatori per legge, forse sperando che il tempo avrebbe allontanato il ricordo dei fatti. Va ricordato che un’ordinanza di demolizione non ha scadenza e, in assenza di sanatoria (che non risulta sia stata concesso e nemmeno avrebbe potuto esserlo data l’epoca di realizzazione degli abusi) deve essere eseguita, senza se e senza ma, e il funzionario che non la eseguisse dovrebbe certamente risponderne in sede penale, ovviamente insieme al destinatario dell’ordinanza. Rimane una curiosità: tutti i cittadini anacapresi autori di abusi per necessità, che vivono con terrore le procedure di demolizione avviate dal Comune di Anacapri e dalla Procura della Repubblica di Napoli cosa penseranno di un controllore (il Comandante della loro polizia urbana Roberto Bozzaotre) che così abilmente è sfuggito unitamente alla sua famiglia a qualunque controllo per quasi un quarto di secolo? Certamente gli chiederanno consiglio, aiuto e sostengo per seguire con lo stesso successo la stessa strada. Nel frattempo è da augurarsi che entro i 2 2 anni dall’emanazione dell’ordinanza o almeno entro i 10 anni dalla “perenzione” del ricorso venga ristabilita la Giustizia!